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Poca acqua negli invasi, troppo cara quella del Consorzio, produttori che rinunciano a irrigare. Mandracchia: “Situazione drammatica”

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La crisi idrica che sta facendo preoccupare Roma, rischia di non essere una situazione isolata. Soprattutto sul fronte irriguo. Secondo uno studio di Coldiretti, le dighe siciliane sono sempre più a secco. Quasi 100 i milioni di metri cubi di acqua in meno disponibili nel corso degli ultimi 12 mesi (479 nel luglio del 2016 contro i 383 di quest’anno). In un mese il calo è stato del 12%.  Situazione di siccità che ha fatto schizzare ad oltre 2 miliardi gli euro in perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti. Non pioveva così poco da 200 anni. Condizione difficile per il ricorso all’irrigazione. Ma da queste parti il problema assume una connotazione ancora più drammatica. Il costo dell’acqua per usi irrigui (siamo ormai a 25 centesimi al metro cubo) sta inducendo molti agricoltori a preferire rinunciare ad alcune coltivazioni, soprattutto quelle ortofrutticole, con gravi conseguenze anche rispetto alla disponibilità di prodotti di qualità. “Tra vigneti estirpati e agrumeti a secco, la nostra agricoltura, già in crisi, rischia di pagare un prezzo salatissimo”. Questo, a risoluto.it, il monito dell’assessore comunale all’agricoltura Paolo Mandracchia, per il quale la battaglia a tutela delle nostre campagne dovrà essere il tema principale delle prossime elezioni regionali.

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