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Assunzioni e pacchetti di voti: così Girgenti Acque avrebbe creato la sua rete per gli affari

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Ci sarebbe un giro di tangenti alla base dell’indagine che avrebbe fatto scattare l’inchiesta su Girgenti Acque, indagini scattate dopo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, l’architetto Giuseppe Tuzzolino. Dalle parole di Tuzzolino, il via alle intercettazioni degli inquirenti che avrebbero portato dei risultati positivi, ma non  sul fronte della dimostrazione delle finalità mafiose delle varie attività di Marco Campione, il presidente di Girgenti Acque, così l’indagine è stata trasmessa, dal procuratore aggiunto di Palermo, Paolo Guido, e dal pm Gery Ferrara, con un troncone di atti al procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e ai sostituti Salvatore Vella, Paola Vetro e Alessandra Russo che hanno firmato i provvedimenti che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 72 persone, molti nomi di spicco da autorità istituzionali a politici e professionisti.

Per poter svolgere i propri affari, Girgenti Acque, ma anche società ad essa collegate, come la Hydortecne, coinvolta nell’inchiesta con il suo amministratore Pietro Arnone, finito nella lista degli indagati, avrebbe avuto comunque bisogno di ottenere la necessaria documentazione che ne attestasse la comprovata regolarità delle sua attività, attestazioni che sarebbero state ottenute in cambio di favori vari per chi si attivava a disposizione del fine della società: si andava dalle assunzioni per i familiari, ma anche a pacchetti di voti per i politici e talvolta, denaro.

Non è ancora emerso il ruolo nell’inchiesta di Angelo Alfano, padre dell’ex ministro degli interni, Angelino, uno dei nomi di spicco tra i 72 indagati, nel quale è coinvolto anche il prefetto, Nicola Diomede. Tanti i politici poi nell’inchiesta: dall’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, all’ex presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi, da Angelo Capodicasa, anche lui  ex presidente della Regione a Riccardo Gallo, Giovanni Panepinto e Vincenzo Fontana. E c’è anche l’ex presidente del Cga, Raffaele De Lipsis, già indagato in un’altra inchiesta della Dda, poi trasmessa per competenza a Trapani, quella sull’armatore Vincenzo Morace e sull’ex sindaco di Trapani Girolamo Fazio.

 

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