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Due deputati ricorrono alla Consulta contro la neo legge siciliana scova-massone

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Il deputato regionale Antonio Catalfamo assieme alla collega dell’Udc, Eleonora Lo Curto, ha dato mandato a tre avvocati per sollevare il caso di incostituzionalità di fronte alla Consulta per la legge approvata dal parlamento siciliano lo scorso cinque ottobre che obbliga i parlamentari a dichiarare la loro appartenenza alle logge massoniche. 

I tre legali incaricati della questione sono Rocco Todero di Catania, Andrea Pruiti Ciarello di Capo d’Orlando ed Enzo Palumbo di Messina. Quest’ultimo ha fatto parte del pool di avvocati che hanno fatto ricorso contro l’Italicum poi bocciato dalla Corte costituzionale, seppure non integralmente. P

“Una legge ingiusta”, la definiscono all’unisono Catalafamo e Lo Curto: “Puntiamo a far impugnare la legge dinanzi la Corte costituzionale – proseguono i due deputati in una nota congiunta – per ottenere la pronuncia di illegittimità al fine di tutelare i diritti dei cittadini siciliani”.

Infine un invito alla disobbedienza per “tutti i sindaci e i consiglieri comunali che invitiamo – scrivono ancora Lo Curto e Catalfamo – a desistere, in vista della scadenza del 3 dicembre, non sottoscrivendo una dichiarazione che solo un regime totalitario e non uno Stato di diritto, potrebbe permettere”.

Claudio Fava, promotore della legge, ribatte: “Le leggi si applicano e si rispettano, soprattutto per chi ha la responsabilità d’essere egli stesso legislatore. Se si ritiene che una legge violi le garanzie costituzionali, si può impugnare davanti alla Consulta nei modi e nelle forme previste dalla legge.  Ma a nessuno è ammesso sostituirsi alla Corte Costituzionale e decidere per proprio conto quali leggi meritano di essere rispettate. Nemmeno ai deputati dell’Ars. Se poi gli onorevoli Lo Curto e Catalfamo non intendono dichiarare per altri motivi o per altri imbarazzi, lo dicano”.

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