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Enna. Arrestati tre romeni, accusati di essere rapinatori di anziani

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Una banda di rapinatori di anziani che vivono in ville a Piazza Armerina è stata sgominata da indagini della squadra mobile di Enna e del locale commissariato di polizia. Il gruppo, composto da romeni, era specializzato anche in furti nel centro e nelle campagne della Città dei mosaici. La polizia ha sventato un assalto progettato a una coppia di anziani, che abita nella periferia rurale di Piazza Armerina. Gli arrestati sono tre romeni residenti a Piazza Armerina: Miklos Laszlo, 39 anni, Vasile Ghidu, di 29, e Teodor Natanael Nica, di 27. Ai tre è contestato il furto di 10 metri di grondaie di rame in un’abitazione di Piazza Armerina e, nel pomeriggio dello stesso giorno, il 3 gennaio scorso, di avere tentato di commettere una rapina pluriaggravata ai danni di un’anziana coppia di coniugi. Sono anche indiziati del furto pluriaggravato ai danni di un’abitazione sita in una zona rurale della città dei mosaici, messo a segna la sera di Capodanno, occasione in cui, forzando una finestra ed approfittando ancora dell’oscurità e dell’assenza dei proprietari, sono stati asportati numerosi quadri in rame, in argento, statuette in argento massiccio, coppe e persino indumenti per neonati. Sono stati intercettati e arrestati dopo che intercettazioni ambientali telefoniche della squadra mobile di Enna e del commissariato di Piazza Armerina, nell’ambito di indagini sull’escalation dallo scorso novembre di furti e rapine, hanno permesso di accertare che i tre stavano per assalire una villa dove vivevano due anziani coniugi che gestiscono un’azienda agricola. Nella loro auto la polizia di Stato ha sequestrato attrezzi idonei allo scasso, vari spezzoni di grondaie di rame, passamontagna realizzati con maniche di maglioni, una pistola tipo giocattolo, attrezzature e materiali vari come cacciaviti, dischi per flex, guanti, seghe, nonché refurtiva, abbigliamento, benzina e attrezzi agricoli.
I tre romeni sono stati arrestati e condotti in carcere su disposizione del procuratore Massimo Palmeri e del sosstituto Domenico Cattano, titolari dell’inchuesta, che hanno coordinato le indagini della polizia

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