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Una dei due giurati dei movimenti, l’architetto Martina Ciaccio: “Sono caduta dalle nuvole anche io quando ho visto il risultato finale”

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Architetto, saccense di origine, Martina Ciaccio vive e lavora a Palermo e dal 1990 si dedica alla professione di Interior Design. Non era la prima volta che faceva parte di una giuria del Carnevale, lo stesso ruolo di giudice lo aveva svolto su nomina dell’assessore Salvatore Monte, ma quella volta chiamata a giudicare la voce più importante “architettura”. Ricontattata quest’anno, stavolta per la voce “movimenti”,  non è stata immune dalle polemiche scaturite in seguito al risultato. Infatti, proprio chi si è occupato di giudicare i movimenti è stato al centro del vortice delle contestazioni. 

“Capisco il coinvolgimento emotivo che il Carnevale crea – ha riferito l’architetto – ma sui social ho davvero letto di tutto. Il ruolo dei giurati è stato deprezzato e messo alla berlina. Per mettere a servizio della comunità la mia professionalità, sono arrivata da Palermo mettendo a mie spese il carburante. Non mi è stato offerto alcun pasto. Tutto è stato a mio carico, ho dato il mio contributo personale alla festa e sinceramente essere additata come una corrotta, non mi fa piacere”.

La designer, riguardo quanto poi è stato stabilito dalla sommatoria finale così dice: “Sono caduta dalle nuvole, sono rimasta stupita anche io seguendo il momento dell’apertura delle buste sul web. Non c’è stato alcun accordo. Io ho fatto il mio lavoro stando in strada ad ammirare i carri, a visionarli per tutti i giorni della manifestazione, poi mi sono attenuta alle prescrizioni del regolamento e le direttive che il dirigente Todaro ci ha fornito per esprimere il voto”.

“Certo – ha aggiunto – è difficile esprimere un parere basandosi solo su un numero, è riduttivo quando si parla di arte. Personalmente avevo chiesto di poter motivare con una relazione da mettere agli atti, ma non per giustificare i giudizi, semplicemente per spiegarli.

In riferimento, proprio alle polemiche che l’hanno vista al centro delle polemiche per i giudizi bassi attribuiti ad alcuni carri allegorici che proprio sui movimenti innovativi avevano puntato, così l’architetto Ciaccio ha risposto: ” Il mio voto basso al carro della Bufala è derivato dal fatto che ho notato che i movimenti non potevano essere ammirati lungo il percorso perchè quel bilanciere aveva bisogno di uno slargo per essere azionato, quindi solo in piazza. Ciò penalizza, a mio avviso, i visitatori che hanno ammirato i carri lungo il corteo mascherato. Il Carnevale di Sciacca è partecipazione e condivisione e non permettere di offrire lo spettacolo della rotazione del carro a tutti lungo tutte le fasi, l’ho trovato un aspetto che si doveva tenere in considerazione”.

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