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Conto corrente e prelievi sospetti: cosa rischi davvero con i nuovi controlli del Fisco

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L’Agenzia delle Entrate accende i riflettori su conti e movimenti in contanti: ecco chi è davvero a rischio


Conti correnti nel mirino del Fisco: partono i controlli sui prelievi

Nel 2025, l’Agenzia delle Entrate rafforza la sua attività di controllo sui conti correnti per individuare possibili redditi non dichiarati.
Grazie all’art. 32 del D.P.R. 600/1973, l’amministrazione può accedere ai dati bancari dei contribuenti e presumere imponibili nascosti in caso di versamenti non giustificati.

Ma cosa succede se i sospetti cadono sui prelievi in contanti?


Quando i prelievi sono considerati ricavi “in nero”

Per gli imprenditori che operano con una struttura organizzata, i prelievi non giustificati dal conto corrente possono essere interpretati dal Fisco come pagamenti in nero.
Questa presunzione legale si basa sull’idea che il denaro ritirato serva per spese non registrate (fornitori, manodopera, acquisti in nero) e che quindi indichi fatturato sommerso.


Professionisti e autonomi: niente presunzione automatica

La buona notizia? Se sei un libero professionista o un autonomo senza struttura aziendale, la presunzione non si applica automaticamente.

📌 Una recente sentenza della Corte di Giustizia Tributaria (n. 1869/2025) ha chiarito che:

“I prelievi bancari non giustificati non sono assimilabili a ricavi nascosti per chi opera con prevalente contributo personale, come avvocati, artigiani, consulenti, agenti.”

Questo significa che per il Fisco non bastano i prelievi per contestare redditi non dichiarati, ma servono altri elementi concreti.


Attenzione: il Fisco può comunque controllarti

Anche in assenza della presunzione sui prelievi, l’Agenzia delle Entrate può comunque:

  • controllare versamenti non giustificati;
  • incrociare i dati con quelli di clienti e fornitori;
  • analizzare stile di vita e reddito dichiarato;
  • utilizzare indicatori sintetici di affidabilità (ISA).

💬 Morale: i controlli ci sono comunque, e una cattiva gestione può portare ad accertamenti fiscali e sanzioni.


Come evitare problemi: le buone prassi da seguire

Per tutelarsi, ogni contribuente – professionista o impresa – dovrebbe adottare alcune regole di prudenza:

✅ Conservare tutta la documentazione (ricevute, bonifici, giustificativi);
✅ Utilizzare strumenti di pagamento tracciabili;
✅ Separare i conti privati da quelli professionali;
✅ Mantenere una contabilità ordinata, anche in regimi forfettari;
✅ Giustificare con chiarezza ogni versamento ricevuto.


Conclusione: prelievi sotto controllo, ma con criterio

Il Fisco potrà monitorare anche i movimenti di contante, ma la presunzione automatica non riguarda tutti.
Se operi senza struttura aziendale e in buona fede, puoi difenderti.
L’importante è essere trasparenti, ordinati e pronti a documentare ogni operazione sospetta.

Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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