Oggi, intorno alle 14, via Lioni a Sciacca si è trasformata per l’ennesima volta in un girone dantesco di traffico, disordine e totale assenza di pianificazione. In quell’orario critico, studenti e lavoratori pendolari si riversano in massa nel punto di raccolta per i pullman diretti verso i paesi limitrofi. Un luogo che molti chiamano, con eccessiva generosità, “stazione” o “terminal” degli autobus. Ma sarebbe più corretto definirlo semplicemente per ciò che è: un grande vuoto di servizi travestito da nodo di trasporto.
Chiamare terminal quello di via Lioni è un evidente abuso del termine. Manca praticamente tutto ciò che dovrebbe qualificare una vera infrastruttura per il trasporto pubblico. Le uniche tre pensiline presenti risultano insufficienti rispetto all’afflusso quotidiano di utenti. Così, in estate i viaggiatori sono costretti a cuocersi sotto il sole, mentre in inverno rischiano di bagnarsi completamente sotto la pioggia.
Le informazioni per gli autobus extraurbani sono inesistenti. Solo un vecchio botteghino spostato da piazza Mariano Rossi, mai entrato in funzione, e qualche foglio appeso alla meno peggio dalle ditte di trasporto, spesso con orari obsoleti o confusi. Il punto d’informazione? Non esiste. Gli utenti vengono dirottati verso un bar convenzionato per l’acquisto dei biglietti.
Ma il vero dramma si consuma ogni giorno sul piano della sicurezza e del decoro urbano. Decine di autobus tentano di incastrarsi in uno spazio inadeguato, accanto ad auto in sosta o in manovra, con pedoni che attraversano in modo disordinato, spesso fuori dalle strisce. L’impressione, più che quella di un hub di trasporto, è quella di un autoscontro, dove ognuno cerca di farsi largo a fatica.
A rendere ancora più critica la situazione, la questione dei parcheggi. L’area conta oggi una decina di posti auto, del tutto insufficienti rispetto alla mole di utenti. Gli automobilisti sono costretti a lasciare i propri veicoli nei parcheggi del vicino supermercato o della stazione di servizio. Spazi privati, ovviamente, dove la sosta non è garantita e che espongono i proprietari dei veicoli al rischio di rimozione forzata. Un paradosso soprattutto per chi deve partire per più giorni: l’ansia del viaggio si somma all’insicurezza di non sapere se si troverà l’auto al ritorno.
Quella di via Lioni non è un’emergenza nuova. Da tempo cittadini e pendolari denunciano disservizi, chiedono un piano di riqualificazione, invocano almeno il minimo sindacale in termini di funzionalità.
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