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Agenzia delle Entrate: come usare il contante senza incorrere in controlli fiscali

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Anche il denaro contante di origine lecita può destare l’attenzione del Fisco. Con l’attuale normativa antiriciclaggio e le regole sui pagamenti tracciabili, è fondamentale sapere cosa evitare per non incorrere in presunzioni fiscali sfavorevoli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Usare il contante: perché può essere un problema anche se legale

Il possesso di somme in contanti, derivanti ad esempio da donazioni familiari, risparmi accumulati nel tempo o denaro custodito in casa, non è di per sé illecito. Tuttavia, l’uso di tali somme può generare dubbi sull’origine, soprattutto se non documentata. L’impiego improprio del contante può portare a controlli fiscali, soprattutto se utilizzato per acquisti importanti o versamenti sui conti correnti.

Esempio pratico: i risparmi conservati in casa

Immaginiamo una persona che, per anni, abbia messo da parte piccole somme mensilmente. Anche se si tratta di denaro risparmiato in modo del tutto legale, versare tali somme in banca o usarle per acquistare beni di valore può far scattare accertamenti, soprattutto in assenza di movimentazioni bancarie coerenti o di giustificativi tracciabili.

Le restrizioni attuali sull’uso del contante

Le normative vigenti limitano l’utilizzo del contante per contrastare l’evasione fiscale. Alcune detrazioni fiscali, ad esempio, possono essere ottenute solo se i pagamenti sono effettuati con strumenti tracciabili come bonifici, carte di credito o bancomat. Anche per acquisti comuni, come le spese sanitarie o scolastiche, l’uso del contante preclude benefici fiscali.

I rischi legati ai versamenti sul conto corrente

Uno degli aspetti più delicati riguarda i versamenti in contanti. L’Agenzia delle Entrate presume che ogni somma depositata rappresenti un reddito non dichiarato. Questa è una presunzione legale, e spetta al contribuente dimostrare l’origine lecita della somma con documentazione con data certa. Una semplice autocertificazione non basta.

Ad esempio, un figlio che riceve 15.000 euro in contanti da un genitore e li versa sul proprio conto potrebbe essere oggetto di accertamento fiscale se non può dimostrarne formalmente la provenienza. In casi simili, un bonifico bancario sarebbe più sicuro e tracciabile.

Comportamenti da evitare con il denaro contante

Per ridurre il rischio di controlli o sanzioni, è consigliabile non utilizzare contante per:

  • versamenti su conti correnti senza giustificativi;
  • acquisti di beni o servizi che richiedono tracciabilità (immobili, veicoli, elettrodomestici, ecc.);
  • spese incoerenti con il reddito dichiarato.

L’Agenzia delle Entrate monitora attentamente eventuali discrepanze tra le spese sostenute e il reddito dichiarato. Se la differenza supera il 20%, può scattare un accertamento per presunto reddito non dichiarato.

Conclusione: come tutelarsi nei confronti del Fisco

Per chi possiede denaro contante, la regola d’oro è documentare sempre l’origine e l’utilizzo delle somme. In assenza di tracciabilità, è meglio evitare comportamenti che possano suggerire un tenore di vita superiore al reddito dichiarato. La trasparenza e la coerenza restano le migliori strategie per non incorrere in accertamenti o sanzioni da parte dell’Amministrazione finanziaria.

Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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