Nel 2025, chi assiste un familiare con disabilità riconosciuta può accedere alla pensione anticipata grazie alle agevolazioni previste dalla Legge 104. Le possibilità sono diverse, in base a età, carriera contributiva e situazione familiare. Vediamo nel dettaglio tutte le misure in vigore e come scegliere quella più adatta.
APE Sociale 2025: confermata e finanziata fino al 2030
Con la Legge 207/2024, l’APE Sociale è stata prorogata anche per il 2025. Si tratta di un’indennità ponte, erogata dall’INPS, rivolta a specifiche categorie di lavoratori iscritti all’INPS, che abbiano compiuto almeno 63 anni e 5 mesi entro il 31 dicembre. L’APE Sociale consente il pensionamento anticipato rispetto ai 67 anni richiesti per la pensione di vecchiaia.
Tra i beneficiari rientrano:
- i caregiver che assistono da almeno sei mesi un familiare con disabilità grave convivente;
- gli invalidi civili con almeno il 74% di invalidità;
- i lavoratori gravosi, con almeno 7 anni negli ultimi 10 o 6 negli ultimi 7 in attività usuranti;
- i disoccupati a seguito di licenziamento, fine contratto o dimissioni per giusta causa, purché abbiano terminato da almeno 3 mesi l’indennità di disoccupazione.
È necessario presentare domanda per la certificazione del diritto all’INPS. Le scadenze previste per il 2025 sono: 31 marzo, 15 luglio e 30 novembre.
Opzione Donna 2025: il requisito della convivenza è fondamentale
Accanto all’APE Sociale, resta valida anche l’Opzione Donna. È destinata alle lavoratrici che assistono, da almeno sei mesi, un parente convivente con disabilità grave. I requisiti da possedere entro il 31 dicembre 2024 sono:
- almeno 61 anni di età (ridotti a 60 con un figlio, a 59 con due o più figli);
- almeno 35 anni di contributi versati.
Per le lavoratrici dipendenti la finestra mobile è di 12 mesi, mentre per le autonome sale a 18 mesi.
Secondo l’INPS e quanto stabilito dalla Circolare del Ministero del Lavoro del 18 febbraio 2010, la convivenza si considera soddisfatta se si risiede allo stesso numero civico, anche in appartamenti diversi, e deve essere continuativa per almeno sei mesi.
Quota 41 precoci: l’alternativa per chi ha iniziato a lavorare molto presto
Un’altra strada percorribile è quella della Quota 41 per lavoratori precoci. È accessibile indipendentemente dall’età, ma è necessario avere almeno 41 anni di contributi, di cui 12 mesi versati prima del compimento dei 19 anni.
Questo percorso è aperto anche a chi assiste un familiare con disabilità grave, come previsto dall’art. 3 della Legge 104/1992. Resta però una misura subordinata al riconoscimento dello status di “lavoratore precoce”, con criteri stringenti e controlli accurati.
Come orientarsi tra le opzioni disponibili
La scelta tra APE Sociale, Opzione Donna e Quota 41 dipende da molteplici fattori, tra cui l’età, la posizione contributiva e la situazione familiare. Per comprendere quale sia il percorso più vantaggioso è importante controllare l’estratto conto contributivo presso l’INPS e considerare una consulenza presso enti specializzati o patronati.