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Divieto di cellulari a scuola: proposta italiana all’Ue per tutelare benessere e apprendimento

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L’Italia ha presentato una proposta al Consiglio dell’Unione Europea per una raccomandazione condivisa che introduca il divieto di utilizzo degli smartphone nelle classi delle scuole primarie e secondarie di primo grado in tutta l’UE. L’obiettivo è tutelare lo sviluppo cognitivo e sociale degli studenti più giovani, limitando l’esposizione ai dispositivi digitali durante le attività scolastiche.


I motivi della proposta: meno distrazioni, più apprendimento

Numerosi studi scientifici evidenziano gli effetti negativi di un uso prolungato degli smartphone in età evolutiva. Tra le principali criticità:

  • perdita di concentrazione e memoria;
  • riduzione delle competenze linguistiche;
  • calo delle capacità critiche e logiche;
  • peggioramento delle performance scolastiche;
  • aumento dell’isolamento sociale.

La proposta italiana chiede un intervento congiunto a livello europeo per garantire ambienti scolastici più equilibrati e stimolanti, nei quali il benessere psicofisico venga messo al centro delle politiche educative.


In Italia il divieto è già attivo dalla scuola dell’infanzia alle medie

Nel nostro Paese, a partire da settembre 2024, è stato introdotto il divieto di utilizzo degli smartphone in classe per tutti gli alunni dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado.

Fanno eccezione solo i dispositivi utilizzati:

  • nell’ambito di piani didattici personalizzati;
  • per studenti con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).

L’adozione di queste misure riflette la volontà di proteggere gli studenti più piccoli dall’iperconnessione e dai rischi associati a un uso precoce e non controllato dei dispositivi digitali.


Verso un approccio europeo: favore degli altri Paesi membri

La proposta italiana, presentata in occasione della riunione del Consiglio dell’Unione europea dedicata all’Istruzione, ha ottenuto un ampio consenso tra gli Stati membri, molti dei quali hanno già introdotto misure simili.

Nel dibattito europeo si evidenzia la necessità di un coordinamento più forte, anche sul fronte dell’accesso ai social network da parte dei minori, per contrastare fenomeni come:

  • cyberbullismo;
  • contenuti inappropriati e violenti;
  • atti di autolesionismo;
  • violenza di genere online.

Estensione del divieto alle scuole superiori?

Nel corso dell’intervento, è stato annunciato che si sta valutando anche la possibilità di estendere il divieto alle scuole superiori, alla luce dei crescenti casi di distrazione, disagio psicologico e dipendenza da social riscontrati anche tra gli adolescenti.

Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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