Una nuova riforma fiscale europea è al centro del dibattito tra gli Stati membri: l’obiettivo è l’armonizzazione delle accise sui prodotti del tabacco, con aumenti significativi previsti per sigarette, sigari, sigarette elettroniche e altri derivati. Le modifiche, ancora in fase di proposta, potrebbero tradursi in rincari fino a un euro per pacchetto, con impatti sia sui consumatori che sull’economia europea.
Riforma accise UE: cosa prevede
Secondo quanto trapelato da fonti comunitarie, la Commissione Europea sta lavorando a un aggiornamento delle direttive fiscali che regolano le accise sul tabacco. Il piano prevede una revisione complessiva che colpirebbe:
- sigarette tradizionali;
- sigari e sigaretti;
- tabacco trinciato per rollare;
- prodotti da inalazione senza combustione (come tabacco riscaldato);
- sigarette elettroniche e bustine di nicotina.
L’obiettivo è duplice: da un lato, unificare il quadro fiscale tra gli Stati membri; dall’altro, disincentivare il consumo, anche nelle sue forme alternative.
Accise e prezzo finale: come funziona
Le accise sono imposte indirette applicate alla produzione o consumo di specifici beni. Nei prodotti da fumo, l’accisa è uno dei principali componenti del prezzo finale. In Italia, ad esempio, il prezzo di vendita di un pacchetto è determinato da:
- accisa fissa e variabile;
- IVA al 22%;
- aggio per il rivenditore;
- quota spettante al produttore o importatore.
Secondo la bozza di riforma, le nuove accise porterebbero il prelievo fiscale sulle sigarette da 90 a 215 euro ogni 1.000 unità, con un impatto diretto di circa 1 euro in più per ogni pacchetto. Per sigari e sigaretti, si ipotizzano aumenti fino al 1.000%.
Le nuove aliquote in discussione
Tra le principali proposte in esame, vi sono:
- Sigarette: accisa fissa di 29,50 € + 49,50% del prezzo di vendita, con onere minimo di 209,30 €/kg;
- Sigari: 23,50% del prezzo, minimo 35 €/kg;
- Sigaretti: 24% del prezzo, minimo 37 €/kg;
- Tabacco da rollare: 60% del prezzo, minimo 148,50 €/kg;
- Altri tabacchi da fumo: accisa del 56,50%;
- Tabacchi da fiuto e mastico: 25,28%;
- Tabacchi senza combustione: 39,50% dell’imposta equivalente alle sigarette.
Divisioni tra gli Stati membri
Il piano non è privo di ostacoli: diversi Paesi, tra cui Italia, Grecia e Romania, temono effetti negativi sul consumo interno e sull’equilibrio fiscale. La Commissione Europea riconosce i rischi di un impatto sull’inflazione (+0,5%) e invita al dialogo per trovare un compromesso sostenibile.
Perché si parla di armonizzazione
Attualmente, le normative fiscali sui prodotti da fumo variano notevolmente tra i 27 Paesi UE. La proposta mira a superare queste differenze per assicurare:
- equità tra mercati nazionali;
- maggiori entrate per il bilancio europeo;
- una risposta più efficace ai danni sanitari del fumo.
Il dibattito è ancora aperto, ma la portata della riforma – se approvata – potrebbe ridefinire il mercato europeo del tabacco e cambiare radicalmente le abitudini di milioni di cittadini.