Nelle ultime settimane l’ospedale “Fratelli Parlapiano” di Ribera è stato oggetto di lamentele da parte di numerosi cittadini che denunciano, a fronte dei numeri che vedono la struttura in continua e costante crescita, gravi carenze a causa della mancanza del personale medico previsto in pianta organica ma in servizio presso altre strutture, e dell’assenza della strumentazione necessaria.
Di fronte all’ultima testimonianza, raccolta proprio ieri mattina, abbiamo sentito il dovere e la responsabilità – dichiarano i
Il segretario della Dc di Ribera Marcello D’Anna, i consiglieri comunali Nicola Inglese, Giovanni e Salvatore Tortorici intervengono oggi su alcune lamentele riscontrate e riferite da alcuni cittadini all’ospedale “Fratelli Parlapiano”.
In particolare, il gruppo della Dc riferisce di numerosi cittadini che denunciano le gravi carenze a causa della mancanza del personale medico previsto in pianta organica, ma in servizio presso altre strutture.
“Disservizi – scrive la Dc – dovuti alle scelte dei vertici dell’azienda che non siamo più disposti a tollerare e che, soprattutto, vanno immediatamente sanati.
Nel presidio ospedaliero di Ribera, non è presente un dirigente medico farmacista. Pazienti con diabete, malattie oncologiche o malattie rare, provenienti anche da altri paesi della provincia, raggiungono l’ospedale, che è l’unica struttura autorizzata a dispensare questi farmaci e, in assenza del medico competente, se ne tornano a casa a mani vuote ed esasperati. È gravissimo! Di chi è la responsabilità di questa scelta?”
Tra gli altri disservizi riferiti anche il laboratorio di analisi che “funziona”, di fatto, con la sola presenza del personale tecnico.
“Per quale motivo – scrivono – il medico e il biologo non sono regolarmente presenti a Ribera, così come prevede la pianta organica?
I referti non possono essere vidimati dai tecnici, occorre la presenza del medico o del biologo. Da un punto di vista medico-legale, oltre che etico, è corretta questa impostazione che consente al responsabile, assente in ospedale perché in servizio altrove, di vidimare i referti da remoto, a distanza, essendo l’unità operativa semplice a Ribera? A quale logica risponde questa situazione?” “L’apparecchio radiologico, infine – concludono – è sistematicamente fuori uso e risulterebbe inutilizzabile già da diversi mesi. E ci risulta altresì che il direttore generale dell’Asp, il medico Capodieci, non abbia firmato la delibera per acquistarlo. Perché il direttore generale non avrebbe firmato il documento per acquistare la nuova apparecchiatura nonostante, apprendiamo, le numerose richieste del primario? Perché penalizzare in questo modo cittadini?
La sanità di qualità non è uno slogan vuoto da esibire davanti alle telecamere raccontando, come è successo recentemente per le liste d’attesa, una realtà che non esiste.
Anche ieri la stampa ha smentito clamorosamente, raccontando due casi documentati, la bugia e lo scandalo del presunto azzeramento delle liste. Il caso più grave riguarda un paziente, affetto da cirrosi epatica, con una prescrizione per una visita entro 60 giorni. L’appuntamento dell’Asp di Agrigento è per il 12 gennaio 2026, 550 giorni dopo! Stiamo scherzando?”
I consiglieri della Dc e il segretario chiedono a Capodieci, se si hanno notizie in merito alla Tac di ultima generazione regolarmente acquistata e mai entrata in funzione.
“È trascorso – scrivono – più di un anno dall’annuncio del direttore dell’ASP, che continua a rimandare l’installazione. Che fine ha fatto? Quanti annunci dobbiamo ancora attendere? I cittadini possono avere una data e una risposta certa? Non vorremmo che tutte queste strane “coincidenze” fossero parte di un disegno ben preciso, un tentativo di “vendetta” finalizzato a ridimensionare l’ospedale di Ribera, la cui crescita, sotto il profilo dei numeri e dell’utenza, è sotto gli occhi di tutti Alla direzione strategica diciamo: giù le mani dall’ospedale di Ribera”.