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Comune di Sciacca

Carnevale, le strutture turistiche: “Questo di ottobre serve a ben poco”

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Un carnevale autunnale, una tassa di soggiorno sempre più corposa ma, secondo gli operatori turistici del centro storico, sempre meno destinata a finalità realmente turistiche. È questo il senso dell’intervento dell’Associazione delle Strutture Turistiche del Centro, che ha espresso amarezza e delusione per quella che definisce l’ennesima “mancata opportunità turistica” per rivitalizzare il cuore della città, specie in una fase in cui Sciacca continua ad accogliere visitatori stranieri.

Al centro della polemica, la cosiddetta edizione “estiva” del Carnevale di Sciacca, in programma dopo il 20 settembre, quindi – sottolineano gli operatori – in pieno autunno. La manifestazione, secondo quanto confermato dagli organizzatori, si limiterà all’esposizione di pezzi del carnevale presso il Museo alla Perriera, nell’ambito del circuito culturale de Le Vie dei Tesori.

“Parlare ancora di carnevale ‘estivo’ fuori periodo è fuorviante – scrive l’Associazione – e rappresenta una forzatura, se non un’imposizione, da parte di chi vuole la festa a tutti i costi e sempre nello stesso luogo, a scapito del centro storico”.

Ma a preoccupare gli operatori del settore non è solo la scelta logistica, bensì anche l’utilizzo dei proventi dell’imposta di soggiorno, che secondo la legge dovrebbe essere reinvestita esclusivamente in iniziative e servizi legati al turismo.

La tassa di soggiorno, “salvadanaio” del Comune?

Secondo l’Associazione, la cifra raccolta attraverso la tassa – che sfiora un milione e mezzo di euro – viene troppo spesso utilizzata come un “salvadanaio” per spese che poco hanno a che fare con il turismo. Gli esempi citati: scerbatura effettuata solo in prossimità dell’estate, eventi poco pubblicizzati, pulizia delle spiagge interrotta già a metà settembre nonostante la stagione balneare ancora attiva, e il servizio di navette serali poco utilizzato e costoso.

“Siamo noi operatori a riscuotere la tassa per conto del Comune, ma restiamo del tutto esclusi dalle decisioni su come spenderla”, lamentano gli associati, che tornano a chiedere maggiore coinvolgimento e trasparenza.

La provocazione: “Una percentuale sui biglietti del Carnevale”

Tra le proposte avanzate, anche una provocazione: se parte consistente della tassa di soggiorno continua ad essere destinata al Carnevale, perché non riconoscere una percentuale sui biglietti venduti alle strutture ricettive che portano i turisti all’evento?“

Così come si riconosce ai carristi una parte degli introiti, perché non pensare a una quota anche per le strutture turistiche che promuovono il carnevale ai propri ospiti?”, si legge nella nota.

“Vogliamo una città più curata e turisticamente pronta”

In chiusura, l’Associazione rinnova la propria disponibilità a collaborare con l’Amministrazione comunale e gli assessori competenti, chiedendo tuttavia un cambio di rotta: più risorse per arredo urbano ciclico, verde pubblico curato, servizi utili al turista, promozione in fiere di settore e una programmazione condivisa.

“Vogliamo una città più attraente, più curata e più funzionale – concludono – per gli abitanti prima di tutto, e per i turisti che scelgono Sciacca”.

“Ci si considerazione, di esserecoinvolti come circuito del centro in quell’aria di festa e di coinvolgimento che ormaiè venuta a mancare nei giorni canonici del carnevale a causa del suo svolgimentoalla Perriera; un modo per vivacizzare in un fine settimana di fine settembre o diinizio autunno, quel centro storico che sta accusando specie in questo periodo,mancanza di appeal e di interesse soprattutto dagli stessi cittadini residenti”Gli operatori turistici a vario titolo appartenenti all’Associazione StruttureTuristiche del Centro, si dicono “stanchi di stare a guardare, di chiedereconvocazioni di tavoli tecnici che si svolgono solo su sollecitazione e una voltal’anno, di sentire che ogni e qualsiasi impegno di spesa dell’imposta è indirizzataalla scopo turistico anche se di turistico magari hanno poco; di essere riscossoriattivi per il comune per introitare l’imposta richiesta ai turisti, ma passivi nelle sceltedi spesa e di indirizzo della stessa.“Ci diciamo ancora una volta contrari a questo modo di spendere quello che invecedeve servire per maggiormente abbellire, curare, creare e migliorare una città intermini di servizi, possibilità, attrazioni per i suoi abitanti in primis e per il turistadopo”.

– conclude – di essere ancora una volta tenuti in

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