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La Banca del Sangue Cordonale di Sciacca conquista il Congresso Internazionale dei Trapianti di Berlino

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Prestigioso riconoscimento internazionale per l’équipe di ricercatori della Banca del Sangue Cordonale dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca. Lo scorso 27 settembre, a Berlino, in occasione del Congresso Internazionale dei Trapianti, il gruppo di studiosi composto da Giuseppa Tancredi, Maurizio Marchese, Maria Amorini, Antonella Vaccaro, Federica Russo, Massimiliano Migliore, Anna Di Lucia e Pasquale Gallerano ha conquistato il secondo posto grazie a una ricerca innovativa sulla GVHD (Graft versus Host Disease), una delle complicanze più gravi che colpiscono i pazienti sottoposti a trapianto.

Lo studio premiato ha portato allo sviluppo di un collirio derivato dal lisato piastrinico del sangue cordonale (ucb-PL), che ha mostrato risultati molto incoraggianti nel trattamento dei disturbi oculari legati alla GVHD. I dati clinici presentati a Berlino hanno evidenziato un miglioramento significativo nei pazienti: in particolare, nel gruppo di studio principale, l’indice di patologia della superficie oculare è diminuito del 45% mentre la produzione lacrimale è aumentata del 30%. Risultati che aprono la strada a nuove possibilità terapeutiche per i pazienti trapiantati anche in ambito oftalmologico.

Grande soddisfazione è stata espressa dal direttore della Banca del Sangue Cordonale, Pasquale Gallerano, che ha guidato la ricerca insieme al suo team.

«Questo risultato – ha dichiarato – non è solo un traguardo scientifico, ma un segnale di speranza per i pazienti che ogni giorno affrontano le difficoltà della GVHD dopo un trapianto. Dimostra che anche da una realtà ospedaliera come la nostra, a Sciacca, possono nascere studi capaci di attirare l’attenzione della comunità scientifica internazionale».

Il direttore ha voluto infine sottolineare il valore della donazione: «Tutto ciò è stato possibile grazie al sangue cordonale donato. È un gesto che non comporta alcun rischio per madre e neonato, ma che può tradursi in terapie salvavita. Per questo rinnoviamo il nostro appello a tutte le famiglie in attesa: donare significa regalare nuove possibilità di cura a chi non ne avrebbe».

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