Dopo il fallimento del bando di Partenariato Pubblico Privato per la riqualificazione delle Terme di Sciacca, il Comitato Civico Patrimonio Termale lancia un appello accorato alla Regione siciliana: utilizzare immediatamente i 50 milioni di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione già disponibili, senza attendere ulteriori ipotesi di coinvolgimento dei privati.
Il Direttivo, riunitosi nei giorni scorsi, riconosce l’impegno del presidente Renato Schifani, che aveva puntato sullo strumento del partenariato ritenendolo in grado di garantire qualità progettuale, tempi rapidi e compartecipazione finanziaria. Tuttavia, osserva il Comitato, i fatti dimostrano che questo percorso non ha prodotto risultati e che insistere potrebbe significare la perdita delle risorse o il loro dirottamento altrove.
La preoccupazione principale riguarda il cronoprogramma legato al Fondo: 2 milioni devono essere spesi entro il 2027, 34 entro il 2028 e 54 entro il 2029.
“Il rischio concreto – sottolinea il coordinatore Nino Porrello – è che la Regione arrivi in ritardo e che i fondi non vengano utilizzati. Non possiamo restare in balia di operatori privati che non hanno dimostrato alcun interesse a investire i 51 milioni aggiuntivi previsti dal bando”.
La proposta avanzata è chiara: la Regione proceda con i 50 milioni disponibili, affidando alla propria DRT la progettazione esecutiva, l’appalto e la gestione dei lavori, avvalendosi, se necessario, di consulenti esperti come Federterme. Nel frattempo si potrà individuare un imprenditore turistico-termale qualificato cui affidare la gestione della parte riqualificata del complesso.
Il Comitato richiama anche le istituzioni locali, dal Comune di Sciacca ai deputati regionali fino ai sindaci del comprensorio, chiedendo un ruolo attivo e propulsivo per difendere le risorse e garantire il rilancio delle Terme.
In particolare, invita il sindaco e il presidente del Consiglio comunale a convocare al più presto incontri con la deputazione regionale e con i sindaci del territorio, oltre a rivolgere un invito ufficiale al presidente della Regione Schifani a recarsi a Sciacca, o in alternativa a ricevere una delegazione a Palermo.
Un appello che rievoca la grande mobilitazione popolare del 6 marzo 2024, quando diecimila cittadini scesero in piazza per reclamare il futuro delle Terme.
“Oggi e domani, più che mai – conclude Porrello – è necessario dimostrare che esiste un piano strategico cittadino. I fondi ci sono e non possiamo permettere che vadano persi: le Terme di Sciacca devono tornare a vivere”.