È bastata una manciata di minuti di pioggia per trasformare la Fondovalle Sciacca–Palermo, all’altezza della fermata Gulfa, a Santa Margherita Belice, nell’ennesima trappola d’asfalto. L’acqua, come accade puntualmente a ogni precipitazione, ha invaso la carreggiata, rendendo la circolazione pericolosa e mettendo in difficoltà automobilisti e mezzi pesanti.
Non è una sorpresa. Da anni, quella che dovrebbe essere una delle arterie principali di collegamento tra la costa saccense e il capoluogo dell’isola è sinonimo di degrado, incuria e pericolo. Il manto stradale è danneggiato, in alcuni tratti addirittura sollevato, e le cunette laterali non riescono più a drenare l’acqua piovana. Ogni temporale, anche lieve, basta per mandare in tilt il traffico e trasformare la strada in una distesa d’acqua e fango.
La Fondovalle non è nuova agli incidenti, spesso causati proprio dalle pessime condizioni dell’asfalto e dalla scarsa visibilità in caso di pioggia o di notte.
Con l’arrivo della stagione delle piogge, il rischio è che il problema si ripresenti con frequenza crescente. Le parole, le promesse e i sopralluoghi non bastano più: servono interventi strutturali, urgenti e definitivi. Perché una strada così importante non può continuare a diventare impraticabile ogni volta che il cielo si copre di nuvole.
Finché non si affronterà la questione con serietà, la Fondovalle continuerà a essere un simbolo dell’abbandono infrastrutturale che segna troppe aree della Sicilia.