Sono trascorsi 70 anni dal rinvenimento nel gennaio del 1955, ad opera di un peschereccio di Sciacca, l’Angelina Madre, con Santo Vitale, meglio conosciuto come “Pitagora”, di una statuetta fenicia in bronzo alta 38 centimetri impigliatasi nella rete a strascico. Da oggi la statuetta, il Melqart, si può ammirare a Sciacca, al Museo del Mare, che è stato riaperto.
Il Melqart o Reshef rappresenta sicuramente una divinità del periodo che si colloca tra il secolo XIII e IX a.c.. Si tratta di un reperto di enorme valore storico che era esposto presso il museo regionale Salinas di Palermo.
“Abbiamo ottenuto un risultato straordinario per Sciacca e per la Sicilia – ha detto l’assessore giornale ai Beni Culturali della Sicilia, Francesco Paolo Scarpinato – e stiamo lavorando anche ad altri progetti”.
Roberto Sciarratta, direttore del Parco Archeologico di Agrigento, che gestirà il museo, ha subito allargato il campo a un altro importante risultato, la riapertura, a dicembre, dell’Antiquarium del Monte Kronio “con tutti i sui reperti”, ha sottolineato.
I fratelli Accursio e Calogero Vitale, che dai racconti del padre avevano appreso le fasi del ritrovamento, non hanno nascosto un pizzico di commozione.
Soddisfazione è stata espressa dagli amministratori comunali di Sciacca presenti e dal consigliere Calogero Bono che ha svolto un ruolo importante per il ritorno del Melqart a Sciacca.
“Intanto, per cinque mesi – ha detto Bono – ma potrà esserci una proroga”. Bono e’ andato a sollecitare la Regione per la prima volta un anno fa assieme ad Ignazio Gallo. Oggi anche Gallo, con il circolo di Fdl, esprime soddisfazione.



