L’ex chiesa della Raccomandata ha ospitato l’anteprima nazionale di “Deep Coral. L’incredibile epopea del corallo di Sciacca”, scritto e diretto da Gero Tedesco e prodotto dal Museo Nocito del Corallo in collaborazione con Fuoririga. L’appuntamento rientra nel dossier di Agrigento Capitale italiana della cultura 2025 e punta a raccontare la storia e il mito del corallo di Sciacca.
Il documentario ripercorre la vicenda del corallo saccense dalle sue origini leggendarie legate all’Isola Ferdinandea fino alla grande corsa ottocentesca, che rese la città un punto di riferimento per pescatori e commercianti. Tra immagini subacquee, ricostruzioni digitali e materiali d’archivio, il film costruisce un percorso immersivo tra memoria e paesaggi marini. Coinvolti nel progetto studiosi e artigiani che da anni custodiscono questa tradizione, tra cui Maria Concetta Di Natale, Franco Andaloro, Peppino e Laura Di Giovanna e il direttore del museo, Mario Di Giovanna.
Per Gero Tedesco, portare sullo schermo questa storia è stato “un viaggio straordinario, lunghissimo, tanti mesi di elaborazione”. Il regista sottolinea come si sia trattato di “una storia che ha dell’incredibile e che molti non conoscono”, capace di appassionare il pubblico, rimasto “piacevolmente stupito da quello che abbiamo raccontato”. Tedesco evidenzia inoltre il valore culturale dell’opera: “È una storia che Sciacca merita di conoscere, perché il corallo è parte fondante dell’eredità, della storia, ma anche del futuro di Sciacca”.
Il lavoro, racconta ancora il regista, nasce da una convinta adesione al progetto: “Noi di Queririga abbiamo subito abbracciato questa idea che ci è stata proposta”. Le riprese e le lavorazioni hanno coinvolto diverse città: “Abbiamo lavorato in Sciacca, in Palermo, negligendo, con anche delle ricostruzioni 3D che sono state fatte da un vero e proprio ingegnere che si occupa di questo”, un impegno che ha permesso di arricchire il documentario “assieme all’aspetto delle immagini che sono presenti, a un gruppo delle interviste”. Un risultato che, secondo Tedesco, sembra aver colpito il pubblico: “Dalle reazioni che abbiamo avuto stasera credo ci siamo riusciti e siamo molto orgogliosi di questo”.
A sottolineare il valore identitario del progetto interviene anche Giuseppe Di Giovanna, presidente del Museo del Corallo Nocito: “Perché il corallo fa parte dell’identità di Sciacca”. Di Giovanna ricorda però come questa tradizione sia stata a lungo messa da parte: “Purtroppo vi era stato un processo di rimozione, dovuto forse al fatto che la corsa al corallo non finì molto bene”, con un epilogo drammatico per la città: “Finì male, perché finita la grande corsa cominciò l’emigrazione da Sciacca. Nel giro di pochi anni, dopo la prima guerra mondiale, Sciacca perse 6.000 abitanti”. A restare, aggiunge, era solo “la leggenda del poeta Licata”.



