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Carta del Docente, attenzione agli acquisti: rischio sospensione senza stipendio. La nuova sentenza che fa scuola

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Una nuova sentenza ribadisce un principio fondamentale: usare in modo improprio la Carta del Docente può costare caro, fino alla sospensione dal servizio senza retribuzione. È quanto stabilito dal Tribunale di Cosenza con la sentenza n. 1709 del 7 novembre 2025, che conferma la piena legittimità delle sanzioni disciplinari nei confronti degli insegnanti che utilizzano i 500 euro annui per finalità non consentite.

Una decisione destinata a fare giurisprudenza e che richiama migliaia di docenti alla massima attenzione: la Carta del Docente è uno strumento pubblico di aggiornamento professionale, non una carta acquisti generica.


Cos’è la Carta del Docente e cosa si può acquistare veramente

La Carta del Docente, istituita dalla Legge 107/2015 (Buona Scuola), mette a disposizione degli insegnanti 500 euro annui da utilizzare esclusivamente per attività di aggiornamento e formazione.

Sono acquistabili solo i seguenti beni e servizi:

  • libri, testi e riviste professionali, anche digitali
  • hardware e software utili alla didattica
  • corsi di formazione riconosciuti dal Ministero
  • corsi universitari, master e post lauream coerenti con il profilo professionale
  • biglietti per musei, eventi culturali, spettacoli teatrali e cinematografici
  • iniziative legate al PTOF o al Piano nazionale di formazione

📌 Non è possibile acquistare elettrodomestici, televisori, smartphone non destinati alla didattica o beni non riconducibili alla formazione professionale.


Il caso della Smart TV: cosa ha deciso il giudice

Il docente protagonista della vicenda aveva acquistato una Smart TV con i fondi della Carta del Docente. Poiché il bene non rientra tra le categorie ammesse, l’amministrazione scolastica – su segnalazione della Guardia di Finanza – ha applicato una sospensione di 4 giorni senza retribuzione.

Il docente ha presentato ricorso contestando:

  1. la tardività della contestazione disciplinare
  2. la prescrizione quinquennale prevista per le sanzioni amministrative

Il Tribunale ha però respinto ogni argomentazione, chiarendo due punti fondamentali:

1. I 30 giorni decorrono solo da quando l’Ufficio ha tutti gli elementi necessari

Richiamando la giurisprudenza della Cassazione (sent. 32491/2018, 21193/2018, 14896/2024), il giudice ha spiegato che l’amministrazione può contestare l’addebito solo quando dispone di documentazione completa e circostanziata.
Nel caso concreto, la GdF aveva trasmesso un fascicolo voluminoso su più docenti, rendendo necessarie verifiche approfondite.

2. La prescrizione quinquennale non si applica

La prescrizione della L. 689/1981 riguarda le sanzioni amministrative, non quelle disciplinari, che seguono invece il Codice civile (art. 2106) e il D.Lgs. 165/2001.


Sanzione confermata: l’uso improprio della Carta danneggia la funzione docente

Secondo il Tribunale, acquistare beni non consentiti:

  • lede i doveri connessi alla funzione docente,
  • mina la fiducia dell’amministrazione,
  • compromette l’immagine dell’intera categoria,
  • comporta un indebito utilizzo di risorse pubbliche.

Per questo la sospensione di quattro giorni è stata ritenuta proporzionata e legittima, ai sensi degli artt. 492 e 494 del D.Lgs. 297/1994.


Cosa rischia un docente che usa male la Carta del Docente

Chi effettua acquisti non consentiti può incorrere in:

  • recupero delle somme spese impropriamente
  • sospensione dal servizio senza stipendio
  • procedimenti disciplinari
  • in casi gravi, anche segnalazioni alla Guardia di Finanza

Conclusioni: serve massima attenzione

Questa sentenza mette in chiaro un principio importante:
👉 la Carta del Docente non è un benefit personale, ma uno strumento pubblico finalizzato alla formazione.

Usarla in modo scorretto può costare caro, sia economicamente che sul piano disciplinare.

Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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