Il segnale che la corrente del Partito Democratico di Sciacca che sostiene il sindaco Fabio Termine attendeva dai vertici nazionali del Pd pare che si concretizzerà nelle prossime ore dopo che i lavori della riunione della corrente dei “dem” pro Termine di ieri sera si erano stoppati proprio in attesa del passo della segreteria nazionale e regionale del partito che dovrebbe convocare per ascoltarlo il gruppo consiliare saccense che più volte avrebbe paventato l’inoltro della mozione di sfiducia allo stesso compagno di partito.
Ieri sera alla riunione hanno preso parte il primo cittadino Fabio Termine, i rappresentanti locali dell’area Schlein — la stessa a cui Termine ha aderito ufficialmente lo scorso Capodanno al suo ingresso nel Pd — e alcuni degli ex componenti di Mizzica che hanno seguito il sindaco nel passaggio al partito.
Il giorno dopo, però, tra i militanti più vicini alla sinistra interna regna il silenzio, bocche cucite come quella di Termine.
Durante l’incontro, si è cercato di analizzare la situazione con maggiore lucidità, mettendo da parte — almeno per una sera — gli impulsi emotivi che hanno caratterizzato le ultime settimane. L’obiettivo era arrivare a un documento condiviso da rendere pubblico. Ma i lavori si sono improvvisamente fermati per avere indicazioni dai vertici regionali e nazionali del Pd che affrontera’ quello che ormai dentro e fuori il partito viene definito senza mezzi termini il “caso Sciacca”.
Nel frattempo cresce l’attesa per la conferenza stampa annunciata dal gruppo consiliare dissidente e dai tre ex assessori dimissionari, che potrebbe rappresentare un ulteriore scossone al già fragile equilibrio politico. Resta da capire se la convocazione dei vertici nazionali e regionali dei consiglieri stoppera’ o fara’ slittare l’appuntamento annunciato.
Prima che ogni possibilità di ricucitura venga definitivamente archiviata, la dirigenza del Pd sembra intenzionata a tentare un’ultima mediazione. Resta da capire se basterà a evitare la resa dei conti finale.



