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Niente camere per i colloqui intimi nelle carceri di Palermo

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Nelle carceri palermitane non ci sono, almeno per ora, luoghi destinati ai colloqui intimi tra detenuti e partner. È quanto emerge dalle comunicazioni inviate dai direttori dell’Ucciardone e del Pagliarelli al garante dei detenuti Pino Apprendi, che aveva richiesto aggiornamenti sull’avvio delle stanze riservate dove gli incontri possano svolgersi senza controllo diretto della polizia penitenziaria. Le direzioni spiegano di aver avviato le procedure previste, ma la disponibilità effettiva degli spazi resta un nodo aperto.

La ricerca di locali dedicati è diventata necessaria dopo la decisione della Corte costituzionale del 2024, che ha eliminato il divieto assoluto ai colloqui intimi previsto dall’ordinamento penitenziario. Nel 2025 una circolare del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha poi fissato criteri e modalità per consentire questi incontri, indicando la necessità di predisporre stanze ad hoc.

L’attuazione pratica, però, si scontra con condizioni strutturali difficili. Molti istituti italiani convivono con sovraffollamento e spazi insufficienti persino per la gestione ordinaria della popolazione carceraria. A Palermo, la situazione non fa eccezione.

All’Ucciardone, la direzione segnala che si sta cercando di individuare ambienti adeguati, ma i limiti architettonici della struttura — una ex fortezza borbonica — riducono drasticamente le possibilità di adattamento.

Anche al Pagliarelli il problema è identico: non esistono, nell’immediato, aree già pronte all’uso. La direttrice ha comunque trasmesso agli uffici competenti un progetto di adeguamento degli spazi selezionati, che è tuttora in fase di valutazione. Nel frattempo le richieste presentate dai detenuti per accedere ai colloqui riservati vengono esaminate secondo le procedure previste dalle linee guida ministeriali.

L’intenzione di introdurre gli incontri intimi esiste, ma il passo decisivo — l’individuazione e la sistemazione delle camere — resta frenato da una cronica mancanza di spazi. In una realtà carceraria che fatica a contenere la quotidianità, trovare luoghi per l’affettività appare, al momento, un traguardo ancora lontano.

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