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Comune di Sciacca

Avviata al Giovanni Paolo II la Neurologia, Capodieci: “Primo passo verso la stroke unit” (Video)

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“Quello compiuto oggi a Sciacca è un primo passo verso la stroke unit che ha bisogno di personale. Trovarlo è difficile. Noi abbiamo trovato due bravissime dottoresse che dal 16 novembre hanno preso servizio. Abbiamo investito in apparecchiature e riadattato alcune aree dell’ospedale intanto come consulenza ai reparti e all’esterno. Appena avremo, fra un paio di mesi, altro personale attiveremo la stroke unit in entrambe le strutture. Per la Neurologia ci sarà una rete azienda che gestirà da vicino il Pronto soccorso di Sciacca e quello di Agrigento e da remoto quelli degli altri ospedali della provincia.”. Lo ha detto questa mattina al Giovanni Paolo II di Sciacca Giuseppe Capodieci, direttore generale dell’Asp di Agrigento.

Il manager ha inaugurato l’attività della Neurologia e il Centro di pronta accoglienza di salute mentale.

“Per Sciacca penso al cento per cento – dice Capodieci – per Ribera non li so, la proposta di ospedale zona disagiata è un’esclusività di valutazione del ministero. Speriamo che la nostra proposta possa passare”.


Questa mattina ha aperto i battenti il Centro di pronta accoglienza di salute mentale di Sciacca che è ospitato nei locali prima destinati alla foresteria del Giovani Paolo II. Quando l’ospedale di comunità che si trova al Giovanni Paolo II sarà trasferito a Santa Margherita Belice questo centro andrà in quei locali.

“I nostri pazienti, in particolare tossicodipendenti, trovano qui uno spazio tregua dove fermarsi e ricevere l’assistenza sociale, psicologica e medica”. E’ quanto ha detto Leonardo Giordano, direttore del Dipartimento salute mentale dell’Asp di Agrigento.

Quanto realizzato dall’Asp si muove in ossequio alla legge 26 del 2024 sulla rete diffusa per il contrasto alle dipendenze patologiche.

Quella di Sciacca è “una struttura residenziale – dice Giordano – in particolare per utilizzatori di crack, anfetamina e cocaina che vivono un momento di crisi e non possono essere gestiti a livello ambulatoriale”.

Rimarranno a Sciacca per un tempo massimo di quattro settimane e poi svolgeranno un programma terapeutico riabilitativo in una comunità o a livello ambulatoriale riaffidandoli al Sert o alla famiglia.

“Il fenomeno è in progressivo aumento – dice Giordano – e quello che rileviamo negli ultimi anni nella nostra provincia è un consumo sempre più massiccio di crack, cocaina e stimolanti in genere”.

Giuseppe Pantano
Giuseppe Pantano
Giornalista Professionista

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