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Goya arriva a Sciacca, i Capricci in mostra al Samonà

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Arrivano oggi a Sciacca i Capricci di Francisco Goya, una delle opere più celebri e dirompenti della storia dell’arte europea.

Ottanta incisioni originali in acquaforte e acquatinta del grande pittore spagnolo saranno esposte al Teatro Popolare Samonà da sabato 20 dicembre fino al 20 gennaio, all’interno della mostra “Francisco Goya, l’artista della libertà. Tra verità e satira”.

L’evento è organizzato da Mediterranea Arte e curato da Mery Scalisi e Alessia Zanella.

Subito dopo l’arrivo delle opere prenderà il via l’allestimento. Accanto ai Capricci, il pubblico potrà ammirare anche quattro oli in miniatura di Goya, testimonianza della straordinaria versatilità artistica del maestro spagnolo. Tra questi spicca L’Apoteosi di Santa Caterina.

L’inaugurazione ufficiale è in programma sabato alle 19.30 con un vernissage che unirà arte e spettacolo. I visitatori che avranno acquistato il biglietto della mostra – sia al botteghino del teatro che sul circuito TicketOne – potranno assistere allo spettacolo appositamente prodotto da Mediterranea Arte per l’occasione. Sul palco il cabarettista Massimo Spata, accompagnato dall’intrattenimento musicale delle Violiniste Chic.

La mostra su Goya arriva dopo il grande successo di Caravaggio tra l’oscurità e la luce, che ha superato le 15 mila presenze, ben oltre le aspettative iniziali. Un risultato che ha spinto Mediterranea Arte a rafforzare il progetto di valorizzazione del Teatro Popolare Samonà come polo espositivo della Sicilia occidentale, in sinergia con il Comune di Sciacca e la Regione Siciliana, proprietaria della struttura.

Non solo esposizioni: Mediterranea Arte ha infatti contribuito anche alla definizione del calendario “Sipario d’Inverno”, presentato nei giorni scorsi, che prevede 12 spettacoli tra prosa e musica fino al 31 gennaio. Un segnale concreto di rinascita per un teatro che, dopo un passato complesso, torna a essere spazio vivo di cultura e produzione artistica.

I Capricci di Goya sono molto più di una serie di incisioni: sono un atto di accusa contro l’ipocrisia e la corruzione del potere. Attraverso un linguaggio diretto, ironico e spesso spietato, l’artista prende di mira l’aristocrazia, il clero e le storture della società spagnola del suo tempo.

Emblematiche le cosiddette “asinerie”, immagini in cui figure dal corpo umano e dalla testa d’asino diventano metafora dell’ignoranza e dell’abuso di autorità. Il messaggio è netto: chi insegna senza sapere non può formare uomini liberi. Una critica che, a distanza di oltre due secoli, conserva intatta la sua forza.

Eppure, nel 1807, lo stesso Goya donò le lastre originali in rame dei Capricci al re Carlo IV di Spagna, consentendo così alle incisioni di entrare nelle collezioni della Corona e, successivamente, nell’attuale Calcografía Nacional di Madrid.

A Sciacca, queste opere tornano a parlare al presente, ricordando che l’arte, quando è libera, sa ancora mettere in discussione il potere e la coscienza collettiva.

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