Prende il via questa sera alle ore 18, presso il Salone degli Specchi, la mostra fotografica “I Grant You Refuge”, organizzata dal Comitato con Gaza di Sciacca. L’iniziativa offre al pubblico un percorso visivo intenso e diretto sulle sofferenze e sulle atrocità che il popolo palestinese sta subendo.
La mostra di Gaza a Sciacca è un’esposizione fotografica collettiva che intende dare voce e visibilità a una realtà spesso raccontata solo in modo frammentario. Attraverso immagini potenti e prive di filtri, la mostra prova a rompere il silenzio che circonda uno dei conflitti più devastanti del nostro tempo, restituendo centralità alle persone e alle loro storie.
Le fotografie esposte sono state realizzate da sei fotografi operanti nella Striscia di Gaza: Jehad Al-Sharafi, Mahdy Zourob, Mohammed Hajjar, Omar Ashtawy, Saeed Jaras e Shadi Al-Tabatibi. Essi rappresentano le decine di fotoreporter che vivono e lavorano quotidianamente nella zona, testimoni oculari diretti di ciò che accade.
Mostra di Gaza a Sciacca: immagini come testimonianza
La mostra di Gaza a Sciacca si propone di raccontare non solo la distruzione, ma anche lo spirito resiliente del popolo palestinese. Le immagini documentano bambini che giocano tra le macerie, la forza silenziosa delle madri, la fermezza di una comunità che rifiuta di essere spezzata. Ogni fotografia porta con sé il peso di una nazione che continua a lottare per la giustizia e per la pace.
Il significato del titolo “I Grant You Refuge”
Il titolo della mostra trae ispirazione dall’omonima poesia della scrittrice e poetessa palestinese Hiba Abu Nada, uccisa nella sua casa nel sud di Gaza durante un raid israeliano il 20 ottobre 2023. Le sue parole attraversano idealmente l’intera esposizione, trasformando la mostra di Gaza a Sciacca in uno spazio di riflessione e memoria.
Fotoreporter a Gaza: raccontare a rischio della vita
Essere giornalisti a Gaza non significa soltanto possedere una macchina fotografica, ma esporsi quotidianamente al pericolo. I fotografi non sono immuni alla violenza che documentano: operano costantemente sulla linea del fuoco, condividendo la condizione delle persone tra cui vivono.
Ogni clic potrebbe essere l’ultimo, ma il lavoro continua perché le loro storie, le loro voci e la loro esistenza contano. Attraverso i loro obiettivi, i fotografi cercano di preservare la verità e l’umanità, nella speranza che le immagini riescano a superare l’indifferenza e ad accendere la solidarietà.
A Gaza, dove la vita e la morte sono spesso separate da pochi istanti, questi fotografi non scattano semplicemente delle foto: le vivono. Ogni immagine è una testimonianza, ogni scatto un battito cardiaco. Condividerle, anche attraverso una mostra di Gaza a Sciacca, significa ricordare al mondo le lotte, i sacrifici e la speranza incrollabile del popolo palestinese.



