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Enna modello di sostenibilità nel Mezzogiorno: i dati che raccontano una provincia virtuosa

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Dall’analisi Dataview del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne emerge un quadro incoraggiante per la provincia di Enna, che si conferma tra le realtà più virtuose del Mezzogiorno sul fronte della transizione ecologica.

Un risultato che dimostra come anche i territori interni, spesso segnati da spopolamento e marginalità, possano diventare laboratori avanzati di sostenibilità e innovazione.
A sottolinearlo è Alessandro Albanese, presidente della Camera di Commercio di Palermo Enna, che evidenzia come Enna presenti cinque indicatori su sei al di sopra della media nazionale.

«Da questo territorio – afferma – arriva un messaggio chiaro: la sostenibilità non rappresenta un vincolo allo sviluppo, ma una vera e propria leva strategica».
Il dato più emblematico riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili, che sfiora il 100%, attestandosi al 98,8% e collocando Enna all’ottavo posto nella graduatoria nazionale. Un risultato che, secondo Albanese, è la prova concreta di come scelte infrastrutturali coerenti, una pianificazione territoriale attenta e la valorizzazione delle risorse naturali possano rendere un territorio energeticamente avanzato e competitivo, anticipando gli obiettivi europei di decarbonizzazione.
Positivi anche gli indicatori relativi agli investimenti green delle imprese e alla crescita dei green jobs. Segnali che indicano come la transizione ecologica stia iniziando a tradursi in occupazione e sviluppo economico reale, un aspetto particolarmente rilevante per le aree interne, spesso in cerca di nuove opportunità di rilancio.
Sul fronte del consumo di suolo, la provincia di Enna conferma una forte vocazione alla tutela del territorio. I dati dimostrano che è possibile crescere senza compromettere il paesaggio e le risorse naturali, mantenendo un equilibrio tra sviluppo e salvaguardia ambientale.
Resta però una criticità da affrontare: la raccolta differenziata. Pur attestandosi su un valore significativo, pari al 66,3%, il dato rimane al di sotto della media nazionale.

«È l’unico vero punto debole – conclude Albanese – sul quale occorre concentrare maggiormente gli sforzi per completare il percorso verso una sostenibilità pienamente matura».

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