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Tentato omicidio ai Rotoli, chiesti 16 anni di carcere per Francesco Lupo

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Sedici anni di reclusione per tentato omicidio. È la richiesta avanzata dal pubblico ministero Federica La Chioma nei confronti di Francesco Lupo, imputato per la sparatoria avvenuta il 22 dicembre 2024 davanti al cimitero dei Rotoli. La richiesta è stata formulata al termine della requisitoria davanti al giudice per l’udienza preliminare Giuseppina Zampino.
Secondo l’accusa, Lupo avrebbe tentato di uccidere Antonino Fragali, operaio della Reset, esplodendo diversi colpi di pistola al culmine di una spedizione punitiva. Per la Procura si sarebbe trattato di una vendetta: Lupo riteneva Fragali coinvolto nel commando che nel 2019, allo Zen, uccise il padre e il fratello dell’imputato.
Di diverso avviso la difesa. Gli avvocati Giovanni Castronovo e Vincenzo Giambruno sostengono che l’episodio sia riconducibile a un regolamento di conti per ragioni private. Gli stessi legali hanno chiesto il passaggio dal rito immediato, richiesto dalla Procura di Palermo, al rito abbreviato. Intanto il tribunale del riesame ha già accolto alcune tesi difensive, eliminando l’aggravante della premeditazione.
La scena dell’agguato è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza. Nei filmati compaiono anche i volti di due presunti complici di Lupo, al momento rimasti ignoti. L’episodio si è verificato intorno alle 9 del mattino, in un’area molto frequentata da persone dirette al camposanto. Dopo una discussione, Fragali sarebbe stato colpito e raggiunto da quattro colpi di pistola, esplosi con una Beretta calibro 9 con matricola abrasa.
I tre uomini sarebbero arrivati a bordo di una Volkswagen Taigo. Dopo gli spari, l’imputato sarebbe stato invitato a risalire in auto e il gruppo si sarebbe allontanato in direzione Mondello. Fragali, rimasto cosciente, ha indicato agli agenti della squadra mobile il nome di Lupo come autore dell’agguato. Trasportato d’urgenza all’ospedale Villa Sofia, è sopravvissuto dopo un intervento chirurgico.
Sul luogo dell’aggressione sono stati rinvenuti bossoli, cartucce inesplose e alcuni indumenti utilizzati per prestare i primi soccorsi. Le indagini hanno poi portato al ritrovamento della Volkswagen allo Zen: si trattava di un’auto di cortesia consegnata a Lupo mentre la sua vettura era in officina. L’arma sarebbe stata gettata da un balcone durante le perquisizioni: all’interno di un sacchetto di plastica sono stati trovati la pistola, una chiave con la targa dell’auto e capi di abbigliamento compatibili con quelli indossati dall’uomo ripreso nei video. Ora la decisione passa al giudice.

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