“L’emergenza Covid, sia a livello regionale che nazionale, è ormai, visti i dati statistici, alle spalle”. Lo sostiene l’onorevole regionale, Carmelo Pullara.
“Certamente – aggiunge – l’attenzione e le precauzioni devono essere mantenute ad alto livello, come ci ricorda l’OMS in merito ad una seconda possibile ondata, ma la fase acuta o picco e’ sicuramente superato visto che tutti gli indicatori danno segnali importanti e continuativi di discesa.
Conseguentemente, è arrivato il momento della cosiddetta fase 2. La fase 2 non interessa solo il tessuto produttivo e quindi la ripresa economica ma anche l’aspetto sanitario con la necessità di un ripensamento di talune modalità organizzative ed erogazione di servizi, a partire dalle direttive nazionali cui siamo costretti ad adeguarci per come siamo stati costretti fino ad ora. Infatti la Regione Siciliana, seppur dotata di autonomia, ha legislazione concorrente in materia di sanità, cioè può effettuare delle specifiche all’interno delle linea guida nazionali (vale per i punti nascita, le unità operative complesse, i pronto soccorso da chiudere così come gli ospedali da rifunzionalizzare, etc)”.
Secondo Pullara, per ciò che più ci riguarda da vicino, occorrerà ripensare alla organizzazione sanitaria in provincia di Agrigento, sia con riguardo agli aspetti ospedalieri, abbiamo 5 ospedali, che territoriali, abbiamo 7 distretti sanitari e 4 dipartimenti territoriali come ad esempio la veterinaria e la salute mentale.
“Andando oltre oggi invece è la fase della programmazione visto, a meno di seconda ondata, lo scampato pericolo. Significa che c’è il tempo di discutere, di agire, di approntare strutture e risorse, umane e tecnologie, per farsi trovare pronti per gli anni a seguire con strutture sanitarie in grado di accogliere pazienti, diciamo con particolari patologie. In questo senso inviterei il commissario Covid di presidio ospedaliero, Sciacca-Ribera, prof Firenze, dopo l’ottimo lavoro fatto in continuità con il direttore sanitario Migliazzo, a soprassedere su decisioni e lavori, quindi spese, anche di carattere organizzativo, che oggi alla luce dei dati epidemiologici non hanno motivo di esistere. Così come chiederò apposita audizione in commissione sanità dell’Assessore e del direttore del Dipartimento pianificazione strategica in uno alla direzione aziendale dell’Asp di Agrigento, con le eventuali rappresentanze territoriali, al fine di per approntare un piano programmatico da inviare a Roma dove spero che le forze politiche al governo lo possano approvare e finanziare su spinta dei rappresentati siciliani. Io la mia idea l’ho maturata e non ho paura ad esporla così come non ho reticenze a modificarla a fronte di motivazioni tecniche non di campanilismi o populismi.
La voglio qui esporre semplicemente: l’Ospedale di Ribera, ridandogli dignità di tale dizione, lo trasformerei in Ospedale hub per malattie infettive e rare non solo per la provincia di Agrigento ma anche per quelle di Caltanissetta e Trapani, con le dotazioni necessarie da un punto di vista tecnologico. Infatti, serve poco da un punto di vista infrastrutturale perché già ammodernato di recente nonché con l’implementazione di medici specialisti per esempio in malattie infettive, in pneumologia, etc. Di contro, l’Ospedale di Sciacca, dopo il ripristino dell’esistente prima della pandemia, lo potenzierei con aumento di posti letto nelle discipline che sono andate in sofferenza prima fra tutte la medicina ed inoltre con tutto ciò che riguarda il percorso riabilitativo, adulti e pediatrico, con lo spostamento da Ribera a Sciacca dei 30 posti letto di riabilitazione e neuroriabilitazione gestiti da Maugeri e l’attivazione di ulteriori 26 posti di riabilitazione cardio-pneumologica già previsti a Ribera sempre gestiti da Maugeri, che si aggiungerebbero ai 30 posti letto già attivi a Sciacca di neuroriabilitazione e 10 posti letto di unità risveglio, così da chiudere un cerchio assistenziale di eccellenza presente solo nelle Aziende Ospedaliere o Policlinici Universitari. Con questa progettualità, che per carità deve essere oggetto di approfondimento e condivisione, potremmo infilarci positivamente nel prossimo decreto legge governativo che per come annunciato dal ministro Speranza prevederà risorse per il territorio ed i Covid Hospital”.