Hanno scritto al presidente della Regione, Renato Schifani gli agricoltori del territorio di Villafranca, Chiusa Sclafani, Burgio e Caltabellotta: i volumi d’acqua assegnati a questo versante con le delibere 4 e 5 del 24 luglio 2025 del Commissario Straordinario per la Crisi Idrica in Agricoltura, Fulvio Bellomo, non sono adeguati al territorio.
L’Associazione Liberi Agricoltori, presieduta da Dino Giovanni D’Angelo, in particolare ritiene che le delibere citate non siano sufficientemente esaustive per quanto concerne le modalità di assegnazione dei metri cubi per ettaro e le quantità totali di acqua.
Nello specifico, per il versante Castello Magazzolo, le quantità previste appaiono insufficienti a garantire un’irrigazione di soccorso adeguata, considerata la vasta estensione del comprensorio.
Pertanto, chiedono un sollecito interessamento da parte del Commissario Bellomo per chiarire i nostri interrogativi e richiedono un incontro con il governatore.
Anche il sindaco di Burgio, insieme ai colleghi di Chiusa Sclafani e Caltabellotta, e del commissario di Villafranca sicula, esprime profonda preoccupazione dell’intera comunità a seguito dell’ordinanza commissariale.
“Tale provvedimento – scrive Enzo Galifi – seppur volto a tamponare una situazione idrica drammatica, appare del tutto inadeguato per i territori dei Comuni di Burgio, Caltabellotta, Chiusa Sclafani e Villafranca Sicula, che non risultano serviti dalla rete irrigua consortile e che tuttavia ospitano importanti coltivazioni agrumicole – oltre 500 ettari – ormai a rischio di collasso produttivo.
Ricordo che gli agricoltori di queste zone non sono cittadini di “serie B”. Le loro produzioni rappresentano un comparto essenziale per l’economia agricola del territorio, oggi messo in ginocchio da una siccità senza precedenti. L’acqua rilasciata attraverso il fiume, peraltro, si disperde in buona parte a causa dell’aridità dell’alveo e dell’evaporazione, riducendo ulteriormente il volume realmente utilizzabile.
Il disagio e la rabbia degli agricoltori, già esasperati, rischiano di degenerare in tensioni sociali che noi Sindaci siamo chiamati a prevenire e gestire. È nostro dovere, prima ancora che istituzionale, morale, chiedere con forza una rivalutazione immediata dell’assegnazione dei volumi irrigui”.