“Oggi, sul sagrato di San Pietro, ho vissuto uno dei momenti più belli della mia vita. Ho consegnato al Santo Padre una campana realizzata nella nostra fonderia. Vedere il Papa avvicinarsi alla campana, toccarla e darle voce con un gesto colmo di dolcezza è stato qualcosa che porterò per sempre nel cuore”. Lo ha scritto sui social Luigi Mulè Cascio che continua la tradizione dell’antica fonderia di Burgio.
La campana porta sulla sommità la corona della Madonna di Fatima, attorno al corpo la scritta della profezia mariana di Fatima: “Il mio cuore immacolato trionferà” A seguire, le iscrizioni “Iubilaeum MMXXV” e “Dono della Fonderia Virgadamo a Sua Santità Papa Leone XIV in onore della Beata Verdine Maria”.
Tra le decorazioni spiccano il monogramma di Maria e lo stemma del Santo Padre.
La campana è montata su un piedistallo ricco di significati: un basamento a forma di fiore, una colonna che si innalza a forma di croce, e ancora un fiore nella parte superiore. Il tutto rappresenta la “croce fiorita”, simbolo della Resurrezione. Lo stellario di dodici stelle, che le fà da cornice, racchiude il significato spirituale di questo dono.
“Ma questa campana – scrive Luigi Mulè Cascio – non è soltanto arte, è un pezzo della mia storia, della mia vita, della mia famiglia. Oggi, dopo tanti anni e dopo decenni trascorsi a fondere campane, dal 2002 ad oggi, mentre modellavo questa campana, ho sentito qualcosa di diverso, di profondo. È come se l’eredità di mio nonno avesse preso corpo in questo momento, come se mi avesse preso per mano e mi avesse detto: “adesso tocca a te”.
“Si, perché proprio lui, nel 1993, in occasione della storica visita di San Giovanni Paolo II ad Agrigento, donò una campana ottagonale, oggi posta nella sala Paolo VI in Vaticano. Io ero lì, avevo undici anni”.
“Ricordo perfettamente quel momento: mio nonno si avvicinò al Santo Padre e gli disse con rispetto e commozione: ” Sua Santità cerchi di salvare il mondo”. Il Papa lo guardò con un sorriso pieno d’amore e rispose: “Lo spero tanto”.”
“Realizzare questa campana – aggiunge Luigi Mulè Cascio – è stato per me un onore, è stato mettere il mio cuore accanto a quello della Madonna. Spero che, attraverso questo dono, il suo suono possa raggiungere il cuore di tutti”.
La tradizione campanaria di Burgio affonda le sue radici nel XVII secolo, quando la famiglia Arcuri avviò una produzione destinata a risuonare in tutto il mondo. La prima campana documentata, datata 1671, porta il nome di Antonio Arcuri, fondatore della fonderia. Successivamente, l’attività passò nelle mani di Giovanni Lo Cascio, che continuò a tramandare i segreti del mestiere. Nel corso del tempo, la fonderia fu acquisita dalla famiglia Virgadamo, con Giuseppe Virgadamo come capostipite. Nel XX secolo, Mario Virgadamo, nipote di Giuseppe, infuse nuova linfa all’attività, consolidandone la reputazione e garantendo la qualità artigianale che ancora oggi la contraddistingue. Oggi, la tradizione è custodita da Luigi Mulè Cascio, nipote di Mario, che con passione e competenza porta avanti l’eredità familiare, unendo innovazione e rispetto per le tecniche secolari.



