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Il medico saccense Gian Marco Rizzuti in Germania nella lotta al Covid: “Qui situazione sotto controllo, tac in tempo reale e mini lockdown tempestivi”

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Durante l’emergenza Covid-19, il saccense Gian Marco Rizzuti, che vive fuori dall’Italia dal 2016, è stato uno dei tanti medici in prima fila nella lotta al virus, nell’ospedale tedesco Klinikum Ibbenbüren.

Ha scelto di investire nella sua formazione e di trovare nuove opportunità lavorative in Germania. Così il medico saccense, Gian Marco Rizzuti, specializzando in ortopedia e traumatologia, oggi è impegnato in prima fila nella lotta al coronavirus in Vestfalia, nella città di Ibbenbüren. “Dopo una prima ondata da milioni di infetti – afferma Rizzuti in un’intervista a Fanpage – la situazione in Germania sembra più o meno sotto controllo, anche perchè c’è un’organizzazione eccellente. Le autoambulanze chiamano i coordinatori del pronto soccorso, normalmente sono infermieri specializzati, e li avvisano che in pochi minuti arriverà in ospedale un paziente con sospetto Covid. A quel punto, l’infermiere avvisa il medico di turno che si attrezza dei dispositivi di sicurezza personale e sale sull’ambulanza per effettuare visite, prelievi ed emoculture. Il tutto viene svolto direttamente sul mezzo di soccorso, poi il paziente viene smistato nel reparto Covid preposto. Noi medici completiamo una procedura di registrazione al computer e ordiniamo una TAC al torace il cui risultato arriva in tempo reale”. Rizzuti, nell’intervista, parla anche dell’importanza della formazione del personale medico e paramedico, fondamentale – a suo dire – nella lotta alla pandemia sia in Germania che in Italia. “Abbiamo seguito dei veri e propri corsi di formazione Covid, sottolinea. Si tratta di corsi teorici di breve durata. Qui ci basiamo molto sull’imparare sul campo. Gli operatori del pronto soccorso che si occupano di prelevare i pazienti, invece, sono vigili del fuoco e sono già formati per gestire questo tipo di emergenza. Ancora adesso, nonostante i tentativi di formazione frettolosa, non ci sono numeri sufficienti per gestire un’emergenza in terapia intensiva. Anche in Germania – continua Rizzuti – abbiamo avuto, come in Italia, dei contagi di ritorno, gestiti però in un’altra maniera. Sono stati subito messi in quarantena i singoli paesi o le province. Tuttavia c’è da dire che, dall’inizio dell’epidemia, la Germania guarda il nostro Paese per le linee guida da applicare per evitare il collasso delle strutture ospedaliere. Nel momento di maggiore caos, abbiamo tutti guardato all’Italia perché nonostante il disastro del lockdown, alla fine è riuscita a invertire la curva del contagio. Ha resistito con grande dignità, anche se lo stress subito, però, è stato forse il più importante in Europa”. Gian Marco Rizzuti non vede la sua famiglia, che abita a Sciacca, dallo scorso mese di gennaio. L’ azienda ospedaliera, presso la quale lavora il medico saccense, ha istituito un numero di servizio da contattare per poter fare affidamento su un supporto psicologico che possa aiutare a fronteggiare una situazione che alla fine sfiancherebbe anche il più eroico dei medici e, proprio in una situazione pesante e delicata allo stesso momento, la burocrazia avrebbe rappresentato un grosso ostacolo per tanti medici che volevano tornare negli ospedali italiani. Secondo il medico saccense, infine, l’Italia e la Germania non rischierebbero quanto la Francia sorda, a suo avviso, di fronte ad un momento catastrofico come quello che stiamo vivendo.

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