E’ un vero e proprio grido d’allarme quello che viene lanciato oggi a Sciacca dagli operatori della pesca “volante a coppia”. Non ci sono più sardine nel mare di Sciacca e le alici sottomisura non garantiscono alcun guadagno. Oggi le 20 barche di Sciacca con i 100 pescatori impegnati in questo settore hanno deciso di fermarsi.
Il problema va avanti da tempo, acuito dai cambiamenti climatici che hanno inciso anche in quest’ambito e adesso il settore, che rappresenta un segmento non secondario dell’economia saccense legata alla pesca, ha deciso di fermarsi.
Stefano Soldano, proprietario di uno dei motopesca che si sono fermati: “Chiediamo un fermo di pesca aggiuntivo per dare al pesce la possibilità di crescere ed a noi di ammortizzare le spese di gestione delle aziende avendo ancora dipendenti imbarcati”.
Preoccupazione viene espressa anche dai vertici delle cooperative di pesca di Sciacca. “La pesca – dice Calogero Bono, il direttore della cooperativa Madonna del Soccorso – a poco a poco sta scomparendo in Sicilia. Oggi è il segmento delle volanti a coppia che lancia un grido di allarme drammatico. Non si va in pesca perché nei nostri mari del Canale di Sicilia da diversi mesi il pesce azzurro, presumibilmente per questioni climatiche, sta scomparendo. Ora chiediamo soluzioni tecniche e anche aiuti, sia all’assessorato regionale – aggiunge Bono – che al ministero”.
“E’ triste – conclude Bono – che spesso a demolire i natanti sono cinquantenni e non più, come nel passato, anziani armatori che avevano completato la loro attività lavorativa”.
Per la “volante a coppia” Bono auspica un’iniziativa come quella che, per l’Adriatico, ha previsto, da parte del ministero, un’iniziativa da 5 milioni di euro a seguito della drastica riduzione della pesca delle vongole.