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Acquedotto Favara di Burgio, Montalbano: “L’acqua è un bene comune”. La Vardera annuncia un intervento all’Ars

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La vertenza sull’acquedotto Favara di Burgio continua ad alimentare il dibattito politico e istituzionale in Sicilia e in particolare a Ribera. Al centro della questione c’è il ruolo della Regione Siciliana, accusata di assumere una posizione più vicina agli interessi economici che a quelli delle comunità locali.

Ad intervenire è Gaetano Montalbano, che rilancia con forza il principio secondo cui l’acqua non può essere considerata una merce, ma un bene comune e un diritto fondamentale. Una posizione che si innesta nel solco tracciato da Aica, l’azienda idrica consortile interamente pubblica partecipata dai Comuni della provincia di Agrigento, guidata dalla presidente Danila Nobile.

Secondo Aica, la gestione dell’acquedotto Favara di Burgio rientra pienamente nell’ambito territoriale agrigentino e non può essere ricondotta a un impianto di sovrambito. Una tesi sostenuta da atti amministrativi, riferimenti normativi e anche da pronunce della Corte Costituzionale, richiamate dalla stessa Nobile e dal direttore generale Francesco Fiorino, per contestare le pretese di competenza avanzate da Siciliacque.

Sul fronte opposto, infatti, c’è Siciliacque, società a capitale privato con una partecipazione regionale del 26%, che fornisce acqua a costi tra i più elevati a livello nazionale. Una situazione che, secondo i critici, si riflette direttamente sulle bollette dei cittadini e che evidenzia un corto circuito istituzionale: la Regione, invece di svolgere un ruolo di garanzia dell’interesse pubblico, finirebbe per agire come socio d’impresa.

Nel quadro tracciato da Montalbano pesa anche l’assenza di un confronto politico ampio e trasparente sul territorio. Una mancanza che ha spinto l’autore dell’appello a chiamare in causa direttamente Ismaele La Vardera, deputato regionale di Controcorrente, affinché la vicenda venga portata con chiarezza all’interno dell’Assemblea regionale siciliana.

Appello che non è rimasto senza risposta. Attraverso un intervento sui social, La Vardera ha infatti annunciato che prenderà presto posizione sulla questione, assicurando un imminente coinvolgimento sul tema dell’acquedotto Favara di Burgio e più in generale sulla gestione dell’acqua in Sicilia.

Un segnale atteso da chi chiede che il dibattito esca dai tecnicismi e dalle stanze chiuse, per tornare al centro della discussione pubblica. Perché, come ribadito da Montalbano, la gestione dell’acqua non è solo una questione amministrativa o contrattuale, ma riguarda direttamente i diritti delle comunità e il futuro dei territori.

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