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Aeroporto agrigentino: il 2025 si chiude senza via libera Enac

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Il 2025 si chiude senza l’inserimento dell’aeroporto agrigentino nella programmazione nazionale degli aeroporti. Un risultato che lascia spazio a valutazioni contrastanti, come sottolineato dall’Ordine degli Architetti di Agrigento, che parla apertamente di un anno “dal sapore dolce-amaro” per il progetto dello scalo nella piana di Licata.

A fare il punto della situazione è il presidente dell’Ordine, Rino La Mendola, che ricostruisce l’iter seguito nel corso dell’anno e le interlocuzioni con l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile.

Le richieste Enac e gli studi integrativi

Secondo quanto riferito da La Mendola, l’Enac aveva inizialmente richiesto un allungamento della pista e una serie di studi integrativi, tra cui quelli sulla sostenibilità economica dell’infrastruttura e sulla compatibilità con i venti dominanti nella piana di Licata. Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento aveva risposto prontamente, trasmettendo la documentazione richiesta.

Un aggravio istruttorio inatteso

Nonostante ciò, l’Enac ha successivamente richiesto ulteriori studi integrativi di natura economica, tecnica e ambientale, ritenuti dall’Ordine degli Architetti eccessivi per una fase preliminare, il cui obiettivo era esclusivamente l’inserimento dello scalo agrigentino nella programmazione nazionale.

È questo l’aspetto che, secondo La Mendola, ha dato al 2025 il suo “sapore amaro”, rallentando un percorso già complesso e articolato.

Aeroporto agrigentino: riconosciuta l’idoneità dell’area di Licata

Accanto alle criticità, emerge anche un elemento positivo. Nell’argomentare la richiesta di nuovi studi, l’Enac ha infatti riconosciuto ufficialmente l’idoneità dell’area individuata nella piana di Licata sotto il profilo anemometrico e plano-altimetrico.

Un passaggio ritenuto fondamentale dall’Ordine degli Architetti, perché conferma la validità delle scelte tecniche operate nei documenti predisposti dal Libero Consorzio e rafforza la credibilità del progetto dell’aeroporto agrigentino.

L’auspicio per il 2026: il parere definitivo Enac

Lo sguardo adesso è rivolto al 2026. Il Libero Consorzio sarebbe pronto a trasmettere all’Enac tutti gli ulteriori studi integrativi richiesti, con l’auspicio che non emergano nuove criticità.

Secondo La Mendola, il prossimo anno potrebbe finalmente essere quello decisivo per ottenere il parere positivo necessario all’inserimento dell’aeroporto agrigentino nel Piano nazionale degli aeroporti, passaggio imprescindibile per avviare la fase realizzativa dell’infrastruttura.

La proposta dello scalo satellite di Punta Raisi

Nel frattempo, l’Ordine degli Architetti rilancia una proposta già avanzata in passato: quella di configurare lo scalo agrigentino come aeroporto satellite di Punta Raisi. Una soluzione che consentirebbe di concentrare amministrativamente le attività aeroportuali siciliane in due poli principali, uno occidentale e uno orientale, come previsto dallo stesso Piano nazionale degli aeroporti.

In questo schema, l’aeroporto agrigentino e quello di Birgi alimenterebbero il polo occidentale con capofila Punta Raisi, mentre lo scalo di Comiso sarebbe aggregato al polo orientale facente capo a Fontanarossa.

Riduzione dei costi e pianificazione più efficiente

Secondo l’Ordine, questa impostazione permetterebbe di superare le concorrenze territoriali, ridurre i costi di gestione e garantire una pianificazione più razionale dei voli, meglio calibrata sulle reali esigenze del territorio siciliano.

Una visione strategica che, se accolta, potrebbe rappresentare un punto di svolta anche per il futuro dell’aeroporto agrigentino.

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