Nominato due giorni fa il nuovo Consiglio di amministrazione di AICA, sono diverse le prese di posizione e le richieste a Sciacca.
Il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia prendendo atto della nomina, formula una serie di richieste al nuovo Cda sulla possibilità di abbattere i costi di gestione dando anche dei
riscontri diretti ai cittadini.
“A tal proposito – scrive Gallo – si propone di inserire nell’agenda del CdA le seguenti questioni di carattere generale:
Infine, violazione per la nomina retribuita di soggetto già collocato in quiescenza dalla Pubblica Amministrazione, in assenza delle condizioni
di legittimità previste dalla norma.
I due infine, paventano che in mancanza di un riscontro tempestivo, si procederà a segnalazione alla Corte dei Conti, all’Anac e impugnazione al Tar.
Sulla nota dei due e’ il Presidente dell’Assemblea dei Sindaci dell’Azienda Idrica Comuni Agrigentini, Salvatore Di Bennardo a intervenire con fermezza in merito alla richiesta avanzata dai consiglieri comunali.
“Siamo all’ennesima polemica costruita su presupposti sbagliati – afferma il Presidente – e su un approccio che, più che tutelare l’interesse pubblico, sembra finalizzato a ottenere un po’ di visibilità. Prima di impugnare penna e minacciare TAR e Corte dei Conti, sarebbe stato opportuno leggere lo Statuto di AICA e soprattutto informarsi sulla normativa vigente.”
Il Presidente difende la regolarità della procedura adottata per la selezione del CdA, chiarendo che la manifestazione di interesse è stata pubblica, aperta, trasparente e in linea con quanto previsto dallo Statuto dell’azienda.
“Non siamo davanti a un bando truccato, come qualcuno insinua, ma a una procedura limpida, finalizzata a individuare professionalità serie e competenti. I candidati selezionati possiedono tutti i requisiti richiesti, e soprattutto non devono rispondere a logiche clientelari. Forse è questo che dà fastidio.”
“Vorrei ricordare che questa nomina è il frutto di un lavoro lungo, faticoso e straordinariamente impegnativo portato avanti da tutti i sindaci di AICA. In un contesto già complicato dalla situazione strutturale e gestionale dell’acqua in provincia, i sindaci hanno lavorato con serietà, sacrificio e spirito di responsabilità per dare finalmente all’azienda una guida stabile e competente”
Ma il punto centrale della replica del Presidente è un altro: la natura delle competenze richieste per amministrare un’azienda pubblica moderna e complessa come AICA.
Secondo il Presidente, la vera competenza oggi si misura sulla capacità di lettura dei numeri, di gestione strategica, di visione d’insieme, e non sull’appartenenza a un albo professionale.
“Chi guida AICA deve saper gestire risorse economiche, evitare contenziosi legali, redigere piani industriali, coordinare con gli uffici tecnici ma anche e soprattutto con quelli legali, finanziari e amministrativi. Servono figure manageriali, non capi ufficio tecnici travestiti da amministratori.”
Il presidente replica anche alle proposte di Fratelli d’Italia: “Se qualcuno pensa che per salvare il sistema idrico agrigentino basti installare due valvole, temo che non abbia capito in che epoca viviamo, vive fuori dal tempo. AICA non è uno studio tecnico, ma un’azienda pubblica con responsabilità finanziarie, normative e strategiche enormi. Serve capacità di lettura dei bilanci, conoscenza della finanza pubblica, dimestichezza con i bandi europei, visione gestionale e solidità amministrativa. Ridurre tutto a una questione di ‘tecnici dell’acqua’ è semplicemente ridicolo”.