Cronaca / Attualità

Nessun debito Inps da 82 mila euro per un imprenditore, lo decide il Tribunale di Sciacca

Prima una comunicazione di debito Inps di 30.000 euro relativa a presunti contributi previdenziali dovuti per gli anni 2005 e 2016 e in seguito, con la richiesta del documento unico di regolarità contributiva, un imprenditore agrigentino che opera nel settore carburanti ha scoperto che l’Inps gli contestava in realtà un credito complessivo di 82.000 euro, sempre a titolo di gestione commercianti. L’imprenditore non dovrà pagare nulla. Lo ha stabilito il giudice del Lavoro di Sciacca, Leonardo Modica.

Il giudice, in accoglimento del ricorso, presentato dall’avvocato Riccardo Scarpinati (nella foto), legale dell’imprenditore, ha dichiarato non dovuto il credito contributivo di Inps a titolo di gestione commercianti, nonché degli ulteriori crediti inseriti, sempre a titolo di gestione commercianti, che ha annullato.

Nel ricorso, l’avvocato Scarpinati ha sostenuto che le somme richieste non erano dovute, in quanto calcolate su redditi di capitale riferibili a una società nella quale l’imprenditore ricopriva esclusivamente il ruolo di amministratore non operativo e quindi non rientrante nell’obbligo contributivo previsto per i soggetti iscritti alla gestione commercianti.


“La decisione – osserva l’avvocato Scarpinati – rappresenta un importante precedente in materia di obblighi previdenziali per gli amministratori di società, riaffermando il principio secondo cui non è sufficiente la mera qualifica di amministratore per far scattare l’obbligo contributivo, in assenza di una partecipazione diretta e concreta all’attività commerciale”.

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