Cronaca / Attualità

Palermo, maxi blitz antimafia: 50 misure contro droga e clan

Un blitz antimafia su larga scala ha colpito all’alba Palermo, dove i carabinieri e la Direzione distrettuale antimafia hanno eseguito 50 misure cautelari nei confronti di presunti affiliati ai clan storici cittadini. L’operazione, frutto di un’indagine articolata, punta a smantellare una rete che, secondo gli inquirenti, avrebbe gestito un vasto traffico di stupefacenti e imposto il proprio controllo in diverse aree sensibili del capoluogo.

Rete criminale e dinamiche del blitz antimafia

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il gruppo avrebbe operato attraverso una struttura gerarchica radicata sul territorio, coordinando l’approvvigionamento della droga e la distribuzione nelle piazze di spaccio dei quartieri popolari. Il blitz antimafia ha consentito di documentare contatti, ruoli interni e modalità di gestione degli affari illeciti, grazie anche a intercettazioni e pedinamenti.

Il sistema si sarebbe retto su figure incaricate di mantenere i rapporti coi canali di rifornimento e su un apparato di “pali” e corrieri impegnati nelle consegne. Il denaro ricavato dalla vendita sarebbe stato poi ridistribuito attraverso una cassa comune destinata a sostenere affiliati e famiglie.

Le accuse: droga, estorsioni e controllo del territorio

L’inchiesta delinea un quadro che va oltre il semplice spaccio. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, estorsioni e intimidazioni per garantire il predominio sulle zone di influenza.Le piazze di spaccio rappresentavano, secondo la Dda, uno dei principali motori finanziari del clan, con guadagni giornalieri significativi e turnazioni organizzate.

I sequestri e la portata del maxi intervento

Durante il blitz antimafia sono stati sequestrati droga, denaro contante e dispositivi utilizzati per le comunicazioni interne. Le forze dell’ordine sottolineano come l’operazione abbia “decapitato” un’organizzazione capace di garantirsi flussi economici costanti e di esercitare controllo sociale nei quartieri.

Il messaggio dello Stato

La Procura evidenzia che l’intervento non è solo repressivo, ma mira a restituire sicurezza e stabilità ai territori più fragili. Il maxi blitz rappresenta una tappa di un percorso investigativo più ampio che da anni colpisce le nuove generazioni dei clan palermitani, spesso impegnate nel business dello spaccio come canale primario di finanziamento.

La città, ancora una volta, si trova al centro di un confronto tra legalità e criminalità organizzata, mentre la magistratura prosegue nell’analisi dei flussi e delle connessioni economiche che alimentano il potere mafioso.

Condividi
Pubblicato da