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Cellulare nel carcere di Trapani: nuovo sequestro della polizia penitenziaria

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Un nuovo cellulare nel carcere di Trapani è stato scoperto e sequestrato nel corso di un controllo effettuato dalla polizia penitenziaria all’interno della Casa circondariale di Trapani. Il dispositivo, completo di caricabatterie e cuffie, è stato rinvenuto durante i normali servizi di vigilanza svolti dal personale in servizio, confermando l’attenzione costante sul fronte della sicurezza interna.
Si tratta del secondo sequestro in pochi giorni, un dato che riporta l’attenzione su un fenomeno tutt’altro che episodico e che continua a interessare l’istituto penitenziario trapanese, come del resto molte altre strutture carcerarie italiane.

Cellulare in carcere a Trapani: il sequestro durante i controlli

Il ritrovamento del cellulare è avvenuto nel corso di un’attività di controllo ordinaria. Gli agenti di polizia penitenziaria, nell’ambito delle verifiche periodiche previste dal protocollo di sicurezza, hanno individuato il dispositivo e ne hanno immediatamente disposto il sequestro, evitando così possibili comunicazioni non autorizzate con l’esterno.
L’intervento rientra nelle attività quotidiane di prevenzione che mirano a impedire l’introduzione e l’utilizzo di oggetti vietati all’interno delle celle e dei reparti detentivi.

Numeri e contesto operativo: quasi 90 telefoni nel 2025

Il nuovo episodio si inserisce in un quadro più ampio. Secondo quanto segnalato dagli stessi agenti, nel corso del 2025 sarebbero già circa 90 i telefoni sequestrati all’interno del carcere di Trapani. Un dato significativo, che evidenzia da un lato l’efficacia dei controlli, dall’altro la pressione continua esercitata sul sistema di sicurezza carceraria.
La presenza di cellulari nei penitenziari non è un fenomeno isolato: in passato, anche a Trapani, sono stati rinvenuti più dispositivi durante perquisizioni straordinarie o controlli mirati all’interno delle celle.

Il ruolo della polizia penitenziaria

La polizia penitenziaria svolge un ruolo centrale nel garantire l’ordine e la sicurezza all’interno delle strutture detentive. Le attività comprendono perquisizioni periodiche, controlli sugli effetti personali dei detenuti e l’impiego di strumenti tecnologici per individuare segnali o dispositivi non autorizzati.

Il sequestro di un cellulare nel carcere di Trapani rappresenta non solo una violazione delle regole di disciplina interna, ma può assumere rilievo anche sotto il profilo investigativo, qualora il dispositivo venga utilizzato per contatti illeciti o per mantenere collegamenti con l’esterno.

Perché i cellulari in carcere sono un problema

I telefoni cellulari all’interno dei penitenziari costituiscono una criticità rilevante perché consentono comunicazioni fuori dai canali ufficiali. Questo può favorire la prosecuzione di attività criminali, l’organizzazione di contatti non consentiti o l’elusione dei controlli previsti dall’ordinamento penitenziario.
La frequenza con cui emergono casi di cellulare in carcere sottolinea la necessità di mantenere alta la soglia di vigilanza, rafforzando al contempo le misure di prevenzione per limitare l’accesso a strumenti di comunicazione non autorizzati, nel rispetto dei diritti fondamentali delle persone detenute.

Il nuovo sequestro conferma come la gestione della sicurezza all’interno del carcere di Trapani resti una sfida complessa e continua. L’azione della polizia penitenziaria, attraverso controlli costanti e interventi mirati, si conferma essenziale per preservare l’ordine interno e prevenire situazioni che potrebbero compromettere la sicurezza della struttura e dell’intero sistema penitenziario.

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