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Commenti. Terme di Sciacca: ma siamo proprio sicuri che il privato sia la soluzione?

Pubblicato:

di Alfonso Marciante.

Da giorni continuo a leggere, grazie ai siti d’informazione locale on-line, diverse notizie e interventi riguardo le “Terme di Sciacca”, questione ormai annosa e per certi versi stucchevole data l’incapacità di proporre le adeguate soluzioni, oltreché per la provenienza di talune dichiarazioni, nonché per alcune dichiarazioni stesse. Che vi sia un problema, e che questo problema sia enorme è evidente come il sole che sorge ogni giorno; che, invece, si prospettino soluzioni accettabili e realizzabili è meno scontato, almeno nella misura in cui ci si debba fare carico di vedere le cose come sono realmente e non, invece, come piacerebbe vederle solo a taluni, non troppo disinteressati. Se si volesse davvero giungere a una soluzione concreta della vicenda, allora, onestà intellettuale vorrebbe che si partisse dalle indispensabili assunzioni di responsabilità storiche (ad altri tipi di responsabilità sono preposti organi terzi ed imparziali), piuttosto che ragionare del “tutti colpevoli, nessun colpevole”, o peggio ancora – ma, forse, ancor più conveniente – fare come gli struzzi, mettendo la testa sotto la sabbia e far finta di nulla … Sarebbe, pertanto, onesto intellettualmente – dicevo – analizzare la questione termale saccense in maniera diversa da come fatto sino ad oggi, e quindi seria, partendo, in primis, dalle gravi e concorrenti responsabilità della politica regionale e locale, laddove le scelte della medesima hanno dominato e condizionato, a monte, il fatto gestorio/amministrativo delle Terme di Sciacca. Quindi, sarebbe altrettanto corretto riconoscere che tali responsabilità ricadono, a valle, in capo ai soggetti che, istituzionalmente e nelle loro diverse qualità di componenti del C.d.A e degli altri Organi Gestorii Apicali, sono stati preposti alla gestione amministrativa, economica e finanziaria delle Terme di Sciacca, anche prima che venisse operata, con una scelta da parte della Regione Sicilia, la trasformazione in S.p.A.; scelta inavveduta quella della Regione, che tanti guai ha causato da un punto di vista prettamente finanziario, con le note e gravi ricadute occupazionali. Per avere contezza di ciò, basterebbe leggere gli atti dei diversi C.d.A. succedutisi nel tempo per avere conferma di quanto inadatte fossero le scelte compiute dai soggetti via via avvicendatisi, nei ruoli apicali di
gestione; per non dire di ulteriori e gravi circostanze, alcune delle quali definite dall’Autorità Giudiziaria, rispetto all’infedeltà di diversi dipendenti che hanno, con una certa sistematicità predatoria, sottratto risorse, anche ingenti, alla S.P.A. Le premesse circostanze, che hanno comportato il “fisiologico decadimento” delle risorse strutturali delle Terme, hanno, altresì, negli ultimi anni, preparato il terreno alle malcelate e ingorde ambizioni di chi, grazie all’idea di un possibile “spacchettamento” dei Beni Termali, soprattutto immobili, avrebbe avuto buon gioco nella gestione in concessione di tali beni ad un prezzo decisamente inferiore rispetto al loro valore effettivo; valore da calcolarsi non solo sul bene considerato in sé, bensì sul valore di ricavo medio dato dall’utilizzo della risorsa rispetto al suo costo di gestione effettivo. Tale circostanza ad oggi, per fortuna, non si è realizzata grazie ad una provvidenziale eterogenesi dei fini da imputare, esclusivamente, all’incapacità redazionale dei Bandi in capo ai funzionari regionali; ma non si può sempre sperare nell’incapacità altrui… Sicché, conseguenza diretta delle responsabilità anzidette è stata, ed è, oltre all’originaria ignavia, una completa disaffezione della maggior parte popolazione saccense nei confronti della risorsa termale,
cittadinanza del tutto incapace di ribellarsi e contrastare tali perverse dinamiche, come pure di percepire e cogliere le reali opportunità, date dall’infinita ricchezza della risorsa del bacino idrotermale e del suo sfruttamento economico. Ma, al di là delle espresse analisi, s’impone la prospettazione di soluzioni – tenendo conto della situazione attuale – in assenza delle quali anche il mio premesso resterebbe un abbaiare alla luna, come quello di tanti altri che mi hanno, sì illustremente, preceduto. Ebbene, è innanzitutto urgente che l’Amministrazione Cittadina si faccia carico di tempestive e concrete azioni nei confronti della Regione Sicilia al fine di ottenere le risorse finanziarie per l’effettivo appianamento dei debiti in capo alla Terme di Sciacca S.p.A., garantendo al contempo la salvaguardia dei livelli occupazionali dei lavoratori, stagionali e non, che continuano a subire il nocumento più diretto dalla situazione attuale; ciò mi sembra il compito minimo ed indispensabile di chi, al Governo della Città, abbia il compito istituzionale di tutelare e amministrare la cosa pubblica, nel migliore dei modi e nell’esclusivo interesse dei suoi cittadini. Di poi – lungi dall’individuare fideisticamente nel fantomatico “investitore privato” la soluzione a tutti i mali,
atteso che gli eventuali benefici sarebbero a vantaggio esclusivo del privato medesimo e non della Città – è necessario, invece, tornare all’idea originaria, fondativa, delle Terme di Sciacca, ovvero quella di un Azionariato Popolare o Società a Capitale Diffuso e quindi ad una proprietà civica, orizzontale e ampia,
suddivisa tra l’Ente Comunale e i singoli cittadini e le realtà associative, con una quota residua in capo alla Regione Sicilia; così operando si otterrebbe l’effettivo passaggio dalla totale partecipazione pubblica, incapace nella gestione, all’effettiva privatizzazione della S.p.A., con il mimino di golden share garantita dalla normativa vigente. Conseguentemente, in questo modo si garantirebbero gli scopi sociali sottesi alla creazione dell’Ente Termale
e il raggiungimento degli obbiettivi di risultato attraverso i diversi livelli necessari alla sua attuazione:
1. Una gestione partecipata e diffusa della risorsa termale in capo alla collettività e all’Ente territorialmente più vicino; 2. Il controllo diretto degli azionisti sulla fase gestoria, secondo le regole proprie delle società di capitali, soprattutto attraverso la scelta/selezione/elezione, con metodo meritocratico, degli organi di amministrazione e controllo; nonchè per l’esercizio delle azioni di responsabilità, libero da qualunque condizionamento che non sia quello della qualità e dell’evidenza dei risultati della bona gestio societaria; 3. Il rilancio d’immagine della risorsa nel panorama regionale e nazionale puntando sul core business dell’azienda ovvero le cure e il benessere termale; 4.L’integrazione e l’implementazione dell’offerta dei servizi, anche destagionalizzata, con pacchetti promozionali per la fruizione delle cure e del benessere termale in collaborazione con le strutture di ricezione territorialmente diffuse, quali B&B, Case Vacanze, Agriturismi; 5.Una massiva operazione di marketing pubblicitario primario, per il core business, e, secondario, per la commercializzazione dei prodotti di beauty care e di parte delle risorse idriche da imbottigliare. E si potrebbe continuare all’infinito… Grazie della gentile opportunità.

Dr. Alfonso Marciante

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