La giunta municipale di Sciacca ha aderito all’iniziativa internazionale dell’Unicef dal titolo “Città amica dei bambini”. Un’adesione dall’alto contenuto simbolico, perché si inserisce nella Convenzione sui diritti dell’infanzia in un contesto di governo locale. Tra gli obiettivi: coinvolgere attivo delle bambine e dei bambini nelle questioni che li riguardano, ascoltare le loro opinioni e tenerle in considerazione. Il tutto con, sullo sfondo, la promozione dei diritti dell’infanzia nelle politiche attuate sul territorio. Non basta, però, avere aderito a questo programma. No, adesso occorre anche realizzare un percorso di sostegno attraverso un miglioramento della qualità della vita, le garanzie in favore della sanità, dell’istruzione, della presenza sul territorio di adeguati servizi igienici, di acqua potabile, di protezione da sfruttamento, violenza e abuso, sicurezza stradale, giocare con gli amici, spazi verdi e piante e animali, ambiente non inquinato e così via.
L’adesione a questa iniziativa è sicuramente meritevole. Ma l’elenco degli obiettivi da conseguire appare piuttosto velleitario. Sciacca è ad oggi una città senza parchi gioco per bambini, senza spazi verdi. Non è, per dirla in soldoni, una città a misura di bambino. In che modo, dunque, si intende trasformare la teoria dell’attenzione ai diritti dei piccoli nella pratica di tutti i giorni? Un tema che, sicuramente, si presta ad un’analisi molto attenta, che potrebbe anche introdurre una delega assessoriale nuova, quella ai diritti dell’infanzia.