Cronaca / Attualità

Emergenza idrica nel Riberese, sindaco chiede nuovi volumi e la Cgil annuncia grande manifestazione

Il primo cittadino di Ribera Matteo Ruvolo sollecita l’assegnazione supplementare di 250 mila metri cubi dalla Diga Castello per completare la seconda irrigazione. Intanto, il sindacato Flai Cgil denuncia “decenni di incuria” e annuncia una grande manifestazione a settembre-ottobre.

La chiusura della Diga Castello di Bivona, avvenuta ieri mattina, sta mettendo in ginocchio il comparto agricolo della valle del Magazzolo.

” I volumi destinati all’irrigazione sono infatti esauriti e al momento l’unica fonte idrica attiva resta la bretella proveniente dalla Diga Gammauta, con una portata di circa 500 litri al secondo”. Lo descrive il primo cittadino in una missiva inviata al commissario straordinario per l: emergenza idrica in Sicilia, Fulvio Bellomo.

Per evitare il prolungarsi dei turni irrigui fino a 20–30 giorni – con il rischio concreto di danni irreversibili agli agrumeti – il sindaco di Ribera, Matteo Ruvolo, ha chiesto al Dipartimento regionale competente un’integrazione straordinaria di 250.000 metri cubi dalla Diga Castello.

Secondo la proposta avanzata dal Comune, la ripartizione dei volumi dovrebbe essere: 250.000 metri cubi dalla Diga Castello, 350.00 dalla Diga Gammauta tramite bretella e 300.000 metri cubi da trasferire attraverso la bretella alla Diga Castello, per compensare i volumi già utilizzati a scopo irriguo.

“Solo così – ha spiegato Ruvolo – sarà possibile completare la seconda fase di irrigazione entro 48–72 ore, mantenendo la doppia alimentazione Castello-Gammauta ed evitando di gravare esclusivamente sulla bretella, la cui portata non è sufficiente a soddisfare le esigenze del comprensorio”

Accanto alla richiesta istituzionale, si leva forte la protesta della Flai Cgil Agrigento, che denuncia come la chiusura dell’invaso rischi di compromettere definitivamente la stagione irrigua e con essa la sopravvivenza di centinaia di aziende.

“Non è accettabile – afferma il sindacato – che una diga da 21 milioni di metri cubi venga utilizzata solo parzialmente, mentre oltre il 50% dell’acqua immessa si disperde a causa di una rete fatiscente e di vasche di compensazione mai ripristinate. Questa non è colpa del clima: è il frutto di decenni di incuria e scelte sbagliate”.

A pagare le conseguenze, aggiunge la Flai, non sono solo gli agricoltori, ma anche i lavoratori agricoli: meno acqua significa meno prodotto, e meno prodotto significa meno giornate di lavoro registrate.

Per queste ragioni, la Flai Cgil e le associazioni di categoria annunciano una grande manifestazione a Ribera tra settembre e ottobre, considerata un momento decisivo per rivendicare il diritto all’acqua e chiedere: il rifacimento della rete idrica e la sostituzione delle condotte obsolete; il ripristino delle vasche di compensazione per ridurre le dispersioni; l’utilizzo integrale della capacità della Diga Castello, accumulando l’acqua disponibile nel periodo invernale; la revisione della convenzione con Enel e l’applicazione rigorosa delle norme vigent e la riforma del Consorzio di Bonifica, commissariato da oltre trent’anni.

La crisi idrica, che mette a rischio anche la produzione DOP delle arance di Ribera, si conferma dunque una questione non più rinviabile, capace di travolgere non solo il settore agricolo ma l’intero tessuto economico e sociale del territorio.

Condividi
Pubblicato da