La crisi idrica che sta mettendo in ginocchio la Sicilia richiede interventi urgenti. A lanciare l’allarme è l’associazione Liberi Agricoltori, che con una nota inviata al commissario straordinario del Consorzio di Bonifica Ag3, Baldassare Giarraputo, e per conoscenza alle istituzioni regionali, ha chiesto di “dare immediata attuazione alle misure straordinarie per contrastare il perdurare della grave crisi idrica che sta interessando l’intero territorio regionale”.
Nel documento, firmato dal presidente Dino Giovanni D’Angelo, l’associazione ricorda che, in base al provvedimento regionale e alle direttive emanate dall’Autorità di bacino della presidenza della Regione Siciliana, è stato disposto l’utilizzo di modalità eccezionali di prelievo dai volumi residuali degli invasi, normalmente non accessibili in regime ordinario, attraverso piattaforme galleggianti e sistemi analoghi. Parallelamente è stata stabilita l’attivazione di procedure di monitoraggio e trasferimento della fauna ittica, così da consentire l’impiego dei cosiddetti “volumi morti” ed evitare fenomeni di moria in grado di compromettere la qualità della risorsa destinata anche al consumo umano.
Per il comparto agricolo e zootecnico, le direttive prevedono la predisposizione, da parte dei Consorzi di bonifica della Sicilia orientale e occidentale, di interventi straordinari di attingimento finalizzati a garantire il fabbisogno delle aziende, pur al di sotto delle quote di presa ordinarie. Tutte queste misure, spiega l’associazione, si collocano all’interno di un quadro condiviso con la Cabina di regia regionale per l’emergenza idrica, il dipartimento dell’Acqua e dei rifiuti e il dipartimento dell’Agricoltura, e risultano indispensabili per assicurare il fabbisogno potabile delle comunità, tutelare la continuità produttiva delle aziende agricole e zootecniche e salvaguardare al contempo la sicurezza degli invasi e la funzionalità degli scarichi.
“Si invita, pertanto, codesto Consorzio a voler procedere con immediata operatività, attivando ogni misura utile e predisponendo le opportune relazioni sullo stato di attuazione, da trasmettere tempestivamente agli uffici regionali competenti”, scrive D’Angelo nella nota, concludendo con la richiesta di un “autorevole e rapido intervento” alla luce della delicatezza della situazione.
Intanto, la scarsità delle risorse è stata certificata anche da Enel Green Power, che con una comunicazione al Consorzio di bonifica 3 di Agrigento e agli organismi regionali ha reso noto che lo scorso 2 settembre è stato completato il trasferimento di 1,2 milioni di metri cubi di acqua dall’invaso di Prizzi verso l’invaso Castello tramite l’adduttore consortile San Carlo Castello, noto come “bretella”, in attuazione dell’ordinanza commissariale numero 5. Tuttavia, già dal 30 agosto, l’invaso di Prizzi aveva raggiunto il volume minimo di salvaguardia per la tutela della qualità dell’acqua e della fauna ittica, pari a 1,5 milioni di metri cubi.
“Pertanto, al momento, nessun ulteriore rilascio irriguo potrà essere richiesto dagli invasi di Prizzi finché apporti significativi non comportino significativi aumenti del volume invasato.
La questione resta dunque critica. Da un lato l’associazione degli agricoltori chiede l’immediata attuazione delle misure straordinarie, dall’altro i gestori degli invasi certificano l’esaurimento dei volumi disponibili. In mezzo, comunità e imprese agricole che vedono ridursi ogni giorno di più le risorse necessarie per vivere e produrre.