“Un gesto vile, codardo, silenzioso.” Così il sindaco di Burgio, Enzo Galifi, sul danneggiamento della talea dell’albero di Falcone, messa a dimora appena due mesi fa in una cerimonia solenne presso l’ex casello ferroviario del paese. L’albero è stato espiantato e danneggiato.
“Chi ha agito nell’ombra pensava forse che estirpare un albero significasse estirpare la memoria, la legalità, il coraggio. Si sbaglia di grosso” ha commentato il primo cittadino. Parole nette, pronunciate con la forza della responsabilità istituzionale e con una chiara volontà di trasformare lo sdegno in azione concreta: “Noi non ci pieghiamo. Noi ripiantiamo. E con ancora più forza, più convinzione, più comunità”.
Il sindaco non ha nascosto la delusione per la possibilità che il gesto sia stato compiuto da giovani: “Se sono stati dei giovani – come temiamo – il dolore è doppio. Non risponderemo con rabbia, ma con responsabilità. Perché a quei giovani vogliamo dire: la legalità non è una parola vuota. È il fondamento della nostra libertà”.
Proprio ai giovani, Galifi ha voluto rivolgere un messaggio di fiducia, richiamando le parole di Giovanni Falcone: “Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini. A Burgio, quelle idee continueranno a camminare. Anche sulle gambe di giovani che oggi sbagliano, ma domani possono scegliere di stare dalla parte giusta”.
Il Comune ha fatto sapere che l’albero verrà ripiantato, invitando l’intera cittadinanza – famiglie, scuole, associazioni – a prendere parte al nuovo momento simbolico. “Ripianteremo l’albero. E da lì ricominceremo. La memoria non si sradica. Il rispetto si insegna. L’esempio si dà”.
Nel frattempo, i carabinieri hanno avviato le indagini per identificare i responsabili del gesto, che si configura come un chiaro atto vandalico.