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“Disabili torturati e video su social”, 4 condanne ad Agrigento

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Le derisioni, le violenze gratuite ai danni di tre disabili fino alle denunce, l’indagine lampo e i fermi disposti dalla Procura: 9 mesi dopo per quattro imputati sono state decise altrettante condanne dai 7 ai 9 anni di carcere. Per la prima volta è stato riconosciuto il reato di tortura. Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ha condannato i licatesi Antonio Casaccio, 27 anni (9 anni di reclusione); Gianluca Sortino, 24 anni (7 anni), Angelo Marco Sortino, 37 anni (7 anni) e Jason Lauria, 26 anni (8 anni). Il gip Alessandra Vella, lo scorso gennaio, su richiesta del procuratore Luigi Patronaggio e del pubblico ministero Gianluca Caputo, aveva convalidato il fermo dei due Sortino e di Casaccio. Il quarto imputato non era stato raggiunto da alcuna misura. I disabili, secondo quanto ha accertato il processo, sarebbero stati picchiati, sequestrati e umiliati nella propria abitazione o per strada. In una circostanza uno dei tre invalidi civili sarebbe stato brutalmente pestato con un bastone, legato con del nastro adesivo e abbandonato per strada fino a quando una donna di passaggio non lo liberò. In altre sarebbero stati umiliati con della vernice al volto e con una sostanza che aveva provocato la caduta dei capelli. Oppure, ancora, legati a una sedia con un secchio in testa e picchiati. Calci, pugni, bastonate e minacce di morte. Il tutto sempre filmato con degli smartphone e diffuso in rete, sui social con titoli di derisione. Un racconto dell’orrore, andato avanti per molti giorni, con tre vittime scelte a caso, solo perchè disabili. La loro “ribellione”, dopo gli ennesimi pestaggi, ha fatto scattare l’inchiesta, che la Procura di Agrigento ha delegato ai carabinieri di Licata.

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