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Dissalatore Porto Empedocle: Mare Nostrum chiede chiarezza

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A oltre cinque mesi dal consiglio comunale aperto del 10 luglio 2025, il comitato cittadino spontaneo Mare Nostrum torna a incalzare le istituzioni sul tema del dissalatore Porto Empedocle, chiedendo risposte puntuali e documentate su costi, funzionamento e prospettive future dell’impianto.

Lo fa attraverso una lettera formale indirizzata al sindaco e al consiglio comunale di Porto Empedocle e, per conoscenza, a numerosi enti e uffici: dalla Capitaneria di porto alla Soprintendenza, da Arpa Sicilia all’Asp di Agrigento, fino alla Presidenza della Regione Siciliana, alla Commissione tecnica specialistica e alla Corte dei conti.

Nel documento il comitato sottolinea come, dopo la seduta aperta e la mozione approvata dal consiglio comunale, non siano seguiti provvedimenti concreti né risposte ritenute credibili. Al centro delle richieste resta la gestione del dissalatore Porto Empedocle installato alla Marinella e l’assenza di chiarimenti su produzione reale, costi sostenuti e impatti ambientali.

Dissalatore Porto Empedocle: le domande rimaste senza risposta

La lettera, dal titolo emblematico “Porto Empedocle – dissalatore mobile o cavallo di Troia?”, chiede di sapere che cosa sia rimasto degli impegni assunti durante il consiglio comunale del 10 luglio. In particolare, Mare Nostrum sollecita chiarimenti su quando il dissalatore mobile sarà dismesso e trasferito a Trapani, come previsto dal progetto originario.

Il comitato chiede inoltre quali siano i costi complessivi sostenuti per la realizzazione dell’impianto provvisorio, quanta acqua dissalata sia stata effettivamente immessa in acquedotto e quale sia il costo totale riconosciuto dalla Regione Siciliana a Siciliacque per l’acqua prodotta fino ad oggi.

Analisi ambientali e profili urbanistici

Tra i nodi sollevati nella vicenda del dissalatore Porto Empedocle vi sono anche gli aspetti ambientali. Mare Nostrum domanda se siano state eseguite analisi sulla qualità dell’acqua prelevata nel bacino portuale e sulla salamoia sversata in mare, chiedendo di conoscerne gli esiti.

Sul piano urbanistico e demaniale, il comitato chiede se sia stata ottenuta la necessaria variante alla concessione dell’area, in larga parte destinata a zona B e parcheggi, e quando sia previsto il ripristino dei luoghi e dell’arenile interessati dai lavori.

L’impianto definitivo nell’area ex Asi

Un altro punto centrale riguarda il dissalatore fisso previsto nella zona ex Asi. Nella lettera si chiede quando inizieranno i lavori per l’impianto definitivo, più volte indicato nei decreti commissariali e richiamato anche nel corso della seduta del 10 luglio dall’ingegnere Sansone.

Mare Nostrum collega la questione anche alle prospettive di sviluppo turistico della città, richiamando il centenario della nascita di Andrea Camilleri e il potenziale del litorale empedoclino. Secondo il comitato, Porto Empedocle dovrebbe puntare su bonifica, riconversione e valorizzazione dell’area costiera.

Particolarmente critica la valutazione sulle risorse economiche: a fronte di circa 26 milioni di euro previsti prevalentemente per l’impianto definitivo, oltre 20 milioni sarebbero stati spesi per il dissalatore provvisorio alla Marinella, configurando, secondo Mare Nostrum, uno spreco di risorse pubbliche. Nella lettera si afferma inoltre che il dissalatore temporaneo “non è mai entrato veramente in funzione”.

Nella parte conclusiva il comitato ribadisce la propria posizione: il dissalatore Porto Empedocle sarebbe stato un “cavallo di Troia” per favorire il mantenimento di insediamenti industriali in un’area ritenuta strategica per lo sviluppo turistico, sollecitando l’avvio di un percorso chiaro di bonifica e riconversione.

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