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Emergenza Covid in provincia di Agrigento, polemica tra Lillo Firetto e il commissario Asp Zappia

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Domenica infuocata dalla polemica politica dopo un duro post del sindaco di Agrigento uscente e proprio oggi al ballottaggio per il secondo mandato consecutivo, sullo stato di capacità assistenziale in provincia di Agrigento dopo che ieri sera gli ospiti della casa di riposo di Sambuca erano stati ricoverati al San Giovanni di Dio. Firetto aveva tuonato sul fatto che i ricoveri avessero esaurito i posti letto nella terapia intensiva del nosocomio agrigentino.

“Si fa fatica- ha risposto Zappia – a comprendere il clima di ingiustificato allarmismo che scaturisce da alcune dichiarazioni rese in mattinata da una sola parte politica volte, verosimilmente, a strumentalizzare a fini elettorali, durante il pieno svolgimento della fase del ballottaggio per l’elezione del sindaco di Agrigento, una situazione epidemiologica che è certamente grave ma per fronteggiare la quale l’ASP dispone già di un piano per la risposta immediata a una eventuale recrudescenza di casi. Peraltro è bene ribadire alla città di Agrigento e all’intera provincia, che i nostri ospedali non hanno saturato alcuna potenzialità di ricovero. Le dichiarazioni non tengono quindi conto dei dati effettivi, del lavoro fatto e purtroppo potrebbero ingenerare nella popolazione un ingiustificato allarme che è esattamente l’ultima cosa che serve in una circostanza seria e delicata come questa. Preciso inoltre che, nel corso di un recente incontro avuto con il sindaco di Agrigento, il primo cittadino non ha espresso gli stessi rilievi sulle criticità che vengono oggi evidenziati con enfasi”
“Il grido di allarme di stamattina – ha risposto con un’altra nota Firetto – è arrivato. Dopo la telefonata vivace con l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, è stato programmato il trasferimento a Sciacca dei pazienti Covid. Questo a riprova della schizofrenia con cui viene gestita la sanità in una situazione d’emergenza e non improvvisa, ma lungamente preannunciata. Oltre le parole ci vuole concretezza. Da marzo – sono trascorsi 7 mesi – richiedo un rafforzamento per far fronte all’emergenza e sia dalla Regione che nelle riunioni in prefettura abbiamo avuto rassicurazioni. Oggi invece ci troviamo in piena emergenza e non vediamo come oltre le rassicurazioni si intenda concretamente rispondere. Dal commissario dell’Asp, Mario Zappia, in mattinata è stata diramata una nota, preannunciatami dall’assessore Razza durante il nostro colloquio telefonico, con cui si afferma che i lavori hanno avuto un ritardo per un sequestro giudiziario. Dice che in un mese, un mese non un giorno, saranno disponibili 10 posti di intensiva e sub intensiva a Ribera. Poi, tempo imprecisato, si continuerà con ulteriori 40 posti letto ordinari e un reparto malattie infettive, non si sa di quanti posti, per il quale al momento c’è solo una delibera per individuare il personale. Nel frattempo, lo ripeto, non si può aspettare. Il commissario dovrebbe chiarire meglio che cosa ha fatto l’Asp di Agrigento in base al decreto assessoriale dell’8 luglio 2020 che prevede posti letto aggiuntivi in terapia intensiva e sub intensiva. Dovrebbe chiarire meglio quando i lavori di adeguamento necessari per attivare i nuovi posti letto sono stati avviati e perché non si sono trovate soluzioni alternative visto il ritardo e il sequestro; se è stato reclutato il personale anestesista, infermieristico e gli operatori socio sanitari che servono. Il mio non è allarmismo ma enorme preoccupazione per l’ inconsistenza delle azioni regionali e delle risposte della Sanità territoriale”.

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