Un plico dall’aspetto inquietante ha fatto scattare l’allarme nel centro di smistamento postale della zona industriale di Catania. Durante i controlli di routine, il sistema di scanner ha individuato un pacco contenente cavi elettrici collegati a quello che, a un primo impatto, appariva come un ordigno artigianale. Gli accertamenti successivi hanno però chiarito che all’interno non vi era alcun esplosivo, ma semplici pietre assemblate per simulare una bomba.
L’episodio è ora al vaglio degli investigatori, che non escludono l’ipotesi di un gesto irresponsabile, uno scherzo di cattivo gusto. Un elemento che rafforzerebbe questa pista è l’inesistenza, almeno dai primi riscontri, sia del mittente che del destinatario indicati sul pacco.
Nonostante il falso allarme, l’episodio ha avuto conseguenze immediate sulle attività del centro: per ragioni di sicurezza, la produzione è stata temporaneamente sospesa e i lavoratori sono stati fatti allontanare in via precauzionale.
Sulla vicenda sono intervenuti i rappresentanti sindacali dell’Ugl. Il segretario provinciale Ugl Catania, Giovanni Musumeci, insieme al segretario di Ugl Comunicazioni, Simone Summa, hanno espresso forte preoccupazione per quanto accaduto. «Un allarme bomba non è mai un fatto banale – hanno sottolineato – la tutela di chi lavora deve essere una priorità assoluta». I due esponenti sindacali hanno manifestato solidarietà sia all’azienda, colpita dal blocco delle attività, sia ai dipendenti coinvolti.
Un riconoscimento particolare è stato rivolto proprio ai lavoratori del centro, che hanno individuato il pacco sospetto e hanno permesso l’attivazione immediata delle procedure di sicurezza. Un comportamento tutt’altro che scontato, soprattutto in un periodo di intenso traffico di spedizioni come quello che precede le festività natalizie.
Le indagini proseguono per risalire ai responsabili dell’invio e chiarire ogni aspetto dell’accaduto.