“L’astanteria del Pronto soccorso di Sciacca è nuova di zecca. È costata soldi pubblici, tagli di nastro, sorrisi ufficiali. Poi, senza rumore, è rimasta chiusa. Mai aperta. Per un motivo semplice e devastante: mancano i medici”. Lo dice Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva, dopo il blitz al Pronto soccorso di Sciacca di ieri accompagnato da Roberta Lala, presidente di Italia Viva di Agrigento. L’esponente politico e’ tornato a parlare della situazione saccense e gia’ in passato era entrato in polemica con i vertici Asp agrigentini.
“Il Pronto soccorso è in sofferenza – aggiunge – manca circa un terzo del personale. Per rendere operativa l’astanteria servirebbero almeno altri quattro medici. Molti di quelli oggi in servizio sono specializzandi o gettonisti. La nuova rete ospedaliera regala a Sciacca 35 posti letto in più. Sulla carta, si passa da 236 a 271. Ma senza persone quei letti restano arredamento sanitario, scenografia”.
Il direttore dell’Area di emergenza saccense, Ignazio Galizia replica: “Stiamo provvedendo con la ricerca di medici – ha detto. Una ricerca non facile per le difficoltà che non sono solo del nostro territorio perché sono sempre meno quelli che scelgono questa specializzazione. I miei danno il massimo”.
“Alle criticità del pronto soccorso – afferma ancora Faraone – si aggiunge il paradosso delle liste di attesa: per una RM o una colonscopia i cittadini di Sciacca spesso devono attendere mesi o spostarsi altrove. Intanto, dal governo si continua a raccontare una favola. Giorgia Meloni e il ministro Schillaci ripetono che ‘stiamo investendo come mai prima’.
Eppure, dentro questo sistema che scricchiola, c’è ancora qualcosa che funziona: la dignità e la professionalità del personale sanitario. Ma non possono sostituire la politica. Una astanteria chiusa non è un dettaglio tecnico: è il simbolo di un modello che preferisce l’apparenza alla realtà”, conclude.



