Un drammatico incidente mortale a Mollarella di Licata è costato la vita a Giuseppe Di Stefano, ventottenne di Gela. Il giovane si trovava in sella a una moto Ducati R6 quando, per cause ancora in corso di accertamento, si è scontrato violentemente con un’autobotte lungo la strada provinciale 67, che collega Licata alla località balneare di Mollarella.
I soccorsi: atterra l’elisoccorso da Caltanissetta
L’allarme è scattato immediatamente. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, le forze dell’ordine e un elisoccorso proveniente da Caltanissetta. Nonostante la tempestività dei soccorsi, per il giovane centauro non c’è stato nulla da fare: è morto sul colpo a causa delle gravi ferite riportate nell’impatto.
Il conducente dell’autobotte, un ventisettenne di Licata, è stato invece trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso. Le sue condizioni sono serie, ma non tali da far temere per la vita.
Le indagini sulla dinamica dell’incidente
Gli agenti del Commissariato di Polizia di Licata hanno effettuato i rilievi per ricostruire la dinamica dell’incidente mortale a Mollarella. Secondo una prima ipotesi, la moto potrebbe aver perso aderenza durante una manovra, ma saranno gli accertamenti tecnici a chiarire le reali cause del tragico scontro.
L’impatto è avvenuto lungo la strada provinciale San Michele, un tratto spesso trafficato dai mezzi pesanti che collegano le aree agricole e industriali di Licata con la costa. Le operazioni di soccorso e di messa in sicurezza della carreggiata hanno richiesto la temporanea chiusura della strada.
Dolore e cordoglio per Giuseppe Di Stefano
La notizia della morte di Giuseppe Di Stefano ha scosso la comunità di Gela, dove il giovane era molto conosciuto. Numerosi i messaggi di cordoglio apparsi sui social da parte di amici e conoscenti, che ricordano Giuseppe come un ragazzo solare e appassionato di motori.
L’ennesimo incidente mortale a Mollarella riaccende purtroppo il dibattito sulla sicurezza stradale lungo le arterie provinciali del territorio agrigentino, troppo spesso teatro di tragedie simili.




