Cronaca / Attualità

Nuovo stato di emergenza per la siccità in Sicilia, ore decisive per Sciacca e Ribera

La giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo, ha dichiarato un nuovo stato di crisi ed emergenza regionale a causa della siccità per il settore agricolo e zootecnico (il precedente era scaduto il 31 dicembre 2024), che avrà la durata di un anno. Per l’attuazione degli interventi urgenti in favore degli agricoltori e degli allevatori siciliani, il presidente Renato Schifani ha nominato commissario il dirigente generale del dipartimento Agricoltura, Fulvio Bellomo.

Inoltre, vengono prorogati gli effetti dell’ordinanza commissariale del 21 novembre 2024, con cui, attraverso la messa in funzione dell’adduttore consortile San Carlo, era stato disposto il trasferimento dell’acqua dalla diga Gammauta, nel Palermitano, al lago Castello, che rifornisce il comprensorio agrigentino ad uso irriguo e potabile, salvaguardando così le produzioni agricole della zona, a partire da Ribera e Bivona.

Una decisione resa necessaria dall’andamento meteorologico dei primi mesi del 2025 che non ha prodotto un superamento soddisfacente delle condizioni di siccità culminate nella grave crisi che ha interessato tutto il settore nei due anni precedenti.


Anche a Sciacca agricoltori preoccupati per le scarse risorse idriche nel lago Arancio. Stasera, alle 18,30, assemblea a palazzo di città. Nino Indelicato e Nino Ciaccio, con Copagri e Movimento Agricoltori, spingono per il riutilizzo delle acque reflue depurate di Sciacca.

L’assessore comunale all’Agricoltura, Francesco Dimino: “L’ex assessore regionale Di Mauro aveva ricevuto l’assenso di Aica e del Consorzio di bonifica – dice – ma il tempo stringe e non ci sono i tempi per realizzare circa 6 chilometri di condotta in territorio demaniale. La spesa è di circa 250 mila euro”. Dimino chiede “l’attivazione delle pompe sul Belice che attualmente ha una portata di circa 500 litri al secondo. Se avessimo portato 130 litri al secondo del depuratore di Sciacca nel lago Arancio oggi avremmo circa 5 milioni di metri cubi in più di acqua. Al momento nel lago ci sono poco meno di 9 milioni, mentre lo scorso anno ad inizio stagione erano 14 milioni. Non si potranno ottenere più di 2 o 3 irrigazioni contro le 5 del 2024”.

Domani a Palermo attesa riunione di una delegazione riberese con i vertici del Consorzio di bonifica Agrigento 3. Il sindaco, Matteo Ruvolo, che siederà al tavolo, oggi è pesantemente attaccato dal segretario cittadino di Fratelli d’Italia, l’ex vicesindaco Giuseppe Tramuta.

“Non pensa il sindaco di Ribera – scrive Tramuta – che sia arrivato il momento di far sentire forte la voce della politica e degli agricoltori di Ribera e di smetterla di fare ammuìna, cioè di agitarsi tanto senza raggiungere nessuno scopo prefissato? Oggi l’unica soluzione che ragionevolmente si prospetta è quella che se Maometto non va alla montagna, deve essere la montagna ad andare da Maometto”.

“Giorno 7 maggio, dall’incontro tra il commissario Giarraputo, la presidente del consiglio comunale, i consiglieri comunali, i rappresentanti dei partiti e degli agricoltori, partirà la nuova fase – aggiunge Tramuta – per la soluzione dei problemi irrigui del territorio. A cominciare da un tavolo tecnico permanente che monitori costantemente la situazione idrica e si interfacci con le autorità preposte”.

Nella foto, Nino Indelicato e Nino Ciaccio

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