L’associazione De Gasperi presieduta dall’avvocato saccense, Stefano Scaduto interviene oggi con una nota in relazione alla recente legge regionale n. 22/2021 voluta dal 
 Governo Musumeci che, all’art. 2 ha autorizzato l’Assessorato  Regionale agli Enti locali a finanziare fino ad un massimo 
 complessivo di 10 milioni di euro i singoli Comuni che hanno  costituito l’Azienza idrica dei Comuni agrigentini, (AICA). Secondo l’associazione, questa modalità di finanziamento del nuovo Gestore 
 idrico scelta dal Governo regionale rischia di mettere nei guai l’Aica e i singoli comuni aderenti alla neonata Azienda consortile. 
” Infatti – si legge nella nota –  la scelta del Governo regionale di finanziare il servizio idrico agrigentino, con finanziamenti erogati pro quota (in rapporto alla  popolazione) ai singoli Comuni che lo chiedano, determina innanzitutto il rischio gravissimo che non tutti i Comuni che hanno costituito l’AICA, siano in grado o vogliano chiedere il finanziamento 
 in questione; dato l’obbligo, previsto dalla legge per i Comuni richiedenti il finanziamento, di varare piani comunali di rimborso in 
 cinque anni, con rate annuale comprensive di interessi, alcuni comuni come quelli in condizione di dissesto finanziario, non 
 avrebbero neppure la possibilità normativa di richiedere il finanziamento, ed altri in condizione di predissesto, con 
 l’approvazione del piano di rimborso potrebbero scivolare in una condizione di dissesto; altri Comuni inoltre potrebbero 
 discrezionalmente decidere, dovendo la decisione passare per  l’approvazione dei consigli comunali, di non richiedere affatto tale 
 finanziamento. 
 Ne consegue che a fronte di un finanziamento regionale previsto fino ad un massimo di 10 milioni di euro, il finanziamento erogato 
 dalla Regione potrebbe essere, in concreto, di gran lunga inferiore, 
 in quanto riguarderebbe solo i Comuni richiedenti il finanziamento, 
 con la grave conseguenza che ad AICA perverrebbero per “girata” 
 solo le somme arrivate ai Comuni che hanno chiesto il finanziamento; peraltro questa situazione comporterebbe un 
 ulteriore effetto distorsivo nella gestione della nuova Azienda consortile e cioè che i Comuni incapaci di indebitarsi o che 
 avessero deciso di non richiedere il finanziamento in questione, 
 potrebbero in definitiva avvantaggiarsi delle somme trasferite ad 
 Aica da parte di quei pochi Comuni, facenti parte dell’Azienda  consortile, che avessero deciso di richiedere il finanziamento 
 regionale, indebitandosi con la Regione Siciliana. 
 Pertanto la norma varata dall’Ars su impulso del Governo Musumeci 
 che prevede un finanziamento fino a 10 milioni di euro pro quota ai 
 singoli Comuni facenti parte di Aica è una norma che rischia di 
 affossare la fase di avvio del nuovo Gestore idrico nella ex provincia 
 di Agrigento, perché di tali 10 milioni solo una parte potrebbe 
 effettivamente arrivare nelle casse del nuovo Gestore idrico, per 
 girata da parte dei Comuni richiedenti il finanziamento pro quota, 
 mentre altri Comuni, dato il dissesto finanziario, non potrebbero 
 neppure chiedere il finanziamento alla Regione, ed altri potrebbero 
 discrezionalmente non chiederlo, con il rischio di un indebitamento 
 solo di alcuni Comuni a beneficio anche dei Comuni non richiedenti 
 il finanziamento”. 
Nella sua analisi tecnica il legale, inoltre, evidenzia che la norma regionale in questione di fatto “inguaia” i singoli comuni componenti di Aica, con il rischio evidenziato di metterli gli 
 uni contro gli altri, e deresponsabilizza nei confronti della Regione Siciliana il nuovo Gestore del servizio idrico, il quale, ricevendo le somme erogate dalla Regione, per il tramite dei Comuni, sarà 
 responsabile per la restituzione nei confronti di alcuni Comuni e non di altri. 
” Se veramente – si legge ancora nella nota –  il Governo regionale volesse aiutare l’Aica in questa difficilissima fase di avvio della sua gestione, la norma regionale 
 dovrebbe essere cambiata con la previsione che il finanziamento di 10 milioni di euro venga erogato unitariamente ad AICA, 
 responsabilizzando al massimo il Consiglio di amministrazione di Aica ad un uso responsabile di queste somme per un avvio 
 efficiente ed ordinato della nuova gestione idrica in tutti i Comuni  facenti parte di Aica”. 
 “E’ auspicabile – conclude –  pertanto che la deputazione regionale del territorio 
 intervenga e chieda una modifica della legge regionale n. 22/2021 al fine di ridurre le già notevoli difficoltà di avvio della nuova 
 gestione del servizio idrico mediante il nuovo soggetto Gestore AICA. 
 Per quanto riguarda il Comune di Sciacca, è opportuno che il 
 Sindaco e l’amministrazione comunale non si avvalga della norma regionale, onde evitare un ulteriore indebitamento a carico del 
 Comune di Sciacca, a cui potrebbe corrispondere la scelta di altri comuni componenti di Aica di non indebitarsi, o perché non possono indebitarsi, o perché non vogliono indebitarsi. Non è il caso 
 che il Comune di Sciacca contragga l’ulteriore debito di euro 1.047.853,75 ( un milione e 47 mila ottocentocentocinquatre euro e 
 75 centesimi). Il Comune di Sciacca faccia invece istanza affinchè il Governo 
 regionale proponga all’Assemblea regionale Siciliana la modifica 
 della legge regionale n.22/2021 attraverso la previsione che il 
 finanziamento di 10 milioni di euro sia erogato direttamente alla 
 nuova Azienda Idrica dei Comuni Agrigentini”
La nuova modalità di finanziamento dell’Aica da parte della Regione rischia di mettere nei guai i comuni, l’associazione De Gasperi a lanciare l’allarme
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